L'appuntamento è per martedì 28 maggio. Allo stesso orario di 50 anni fa. Quando una bomba, nascosta in un cestino vicino ad una colonna in marmo ed esplosa alle 10.12, fece otto morti e 102 feriti durante una manifestazione sindacale. Le vittime furono Giulietta Banzi Bazoli, 34 anni, insegnante di francese, Livia Bottardi in Milani, 32 anni, insegnante di lettere alle medie, Alberto Trebeschi, 37 anni, insegnante di fisica e la moglie Clementina Calzari, 31 anni, insegnante, Euplo Natali, 69 anni, pensionato, ex partigiano, Luigi Pinto, 25 anni, insegnante, Bartolomeo Talenti, 56 anni, operaio e Vittorio Zambarda, 60 anni, anche lui operaio.
Per Brescia è la settimana del cinquantesimo anniversario della Strage di Piazza della Loggia e in città è atteso il Presidente della Repubblica Sergio Mattarella. Prima deporrà una corona di fiori davanti alla stele che ricorda le vittime del 28 maggio 1974, poi si sposterà al teatro Grande dove incontrerà privatamente i parenti delle persone morte nell'attentato di matrice fascista e infine parlerà alla città. Davanti al Capo dello Stato sarà proiettato Il docufilm "10' e 12" " immagini e fotografie della strage e dei funerali delle vittime, in buona parte già viste, che sono state ricolorate a mano, fotogramma per fotogramma, e rimontate con le registrazioni audio originali.
Si tratta di una delle tante iniziative che Brescia ha dedicato in queste settimane di avvicinamento al 50esimo di commemorazione della Strage che ha segnato per sempre la città.
In piazza ci sarà anche Franco Castrezzati, il sindacalista, oggi 98 anni, che la mattina del 28 maggio 1974 stava parlando dal palco quando esplose l'ordigno. I familiari, 14 in tutto, hanno realizzato un video in cui completano il discorso del sindacalista Cisl, scritto a mano in 33 pagine, e interrotto a metà di pagina otto.
E proprio in questa settimana la Strage di Piazza della Loggia tornerà in un'aula di giustizia. Precisamente in quella del tribunale dei Minori dove giovedì 30 maggio inizia il processo a Marco Toffaloni, all'epoca non ancora 17 anni - li avrebbe compiuti il 2 giugno - e ritenuto con Roberto Zorzi, imputato davanti alla Corte d'Assise di Brescia, uno degli esecutori materiali della strage. Colui che mise nel cestino l'ordigno, in una zona, sotto i portici di Piazza della Loggia, dove solitamente sostavano le forze dell'ordine, che quella mattina grigia, fredda e piovosa, si spostarono per lasciare spazio ai manifestanti che cercavano riparo dalla pioggia.
Toffaloni oggi è cittadino svizzero, mentre Zorzi vive negli Stati Uniti. Avrebbero fatto parte del gruppo veneto collegato a Ordine Nuovo e a Carlo Maria Maggi che con Maurizio Tramonte è stato condannato in via definitiva all'ergastolo per la strage di Brescia. Maggi è deceduto anni fa, mentre Tramonte sta scontando il fine pena mai, dopo un tentativo, andato a vuoto, di richiesta di revisione del processo. Dal carcere proprio Tramonte attraverso la figlia all'ANSA dice: "Non sono insensibile alla violenza praticata il 28 maggio 1974 a Brescia e dal dolore che quella tragedia ha provocato. Detto questo mi dichiaro e sono innocente".
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