BRESCIA, 29 FEB 2024 - "Il processo non è a rischio", ha assicurato il presidente della Corte Roberto Spanò, ma sicuramente il sesto dibattimento per la strage di Piazza della Loggia - a carico di Roberto Zorzi accusato di essere l'esecutore materiale - è cominciato a rilento. Subito rinviato al prossimo 18 giugno.
"Non siamo in grado di formare un collegio dedicato per affrontare questo processo per congestionamento delle udienze. Non possiamo fare un calendario" ha detto il presidente della Corte che nelle scorse settimane ha chiesto al presidente del tribunale di Brescia Vittorio Masia di poter avere nuovi giudici per la prima sezione che presiede. "Sto avendo un dialogo molto importante con il presidente Masia che ha assicurato massimo impegno per garantire risorse. Ma - ha precisato Spanò- servono risorse in carne e ossa e non sulla carta".
Per questo ha rinviato l'udienza al 18 giugno "con l'impegno, se arriveranno le risorse, di svolgere tre udienze al mese e chiudere il dibattimento entro nove mesi" ha garantito Spanò che ad aprile 2025 lascerà l'incarico di presidente della Prima sezione penale, la stessa che, oltre alla Strage, si occupa di femminicidi, codici rossi, del processo Eni Nigeria sui pm milanesi, ma anche del caso di Sana Cheema, la giovane uccisa in Pakistan per aver detto no al matrimonio combinato.
"La durata del processo dipenderà dalle risorse che ci verranno date. Attendiamo di capire cosa succede e vediamo. Ho avuto forti rassicurazioni dal presidente del tribunale e assicuro che resterò anche dopo il termine del mio mandato", le parole del presidente della Corte d'Assise di Brescia. In aula l'accusa era rappresentata dal procuratore capo di Brescia Francesco Prete e dall'aggiunta Silvio Bonfigli.
Assente invece l'imputato Roberto Zorzi all'epoca ventunenne, accusato di essere, con l'allora minorenne Marco Toffaloni che sarà giudicato dal tribunale dei minori, uno degli esecutori materiali dello scoppio che provocò otto vittime e 102 feriti. Cittadino americano, è residente nello Stato di Washington dove gestisce un allevamento di dobermann chiamato "Il Littorio".
"Non vuole sottrarsi al processo", ha assicurato il suo legale Stefano Casali. "Abbiamo chiesto l'esame suo e della moglie. Non escludo che possano venire in Italia oppure chiederemo che vengano sentiti online", ha aggiunto.
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