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Referendum
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Referendum: Renzi agita spettro governo tecnico, su tasse e giù Pil

Padoan: no a tecnici, serve governo politico per riforme

   L'editoriale dell'Economist offre una nuova freccia all'arco di Matteo Renzi  per spingere le ragioni del sì a nove giorni dal referendum: lo spettro di un nuovo governo tecnico "dopo che l'ultimo, quello di Monti, ha alzato le tasse e realizzato un pil al -2,3%". Un'ipotesi alla quale il premier si dice ancora una volta non disponibile: "Se dobbiamo tornare alle liturgie del passato, alla logica della palude e delle sabbie mobili, tanti sono più bravi di me", rincara chiarendo a Silvio Berlusconi, pronto ad un tavolo con lui sulla legge elettorale in caso di vittoria del No, che ci troverà "Grillo o D'Alema" ma non lui.

"Nella mia veste di scrofa ferita, posso assicurare che da parte nostra negli ultimi 7 giorni di campagna elettorale è interesse abbassare totalmente i toni dello scontro. E' giusto ma abbiamo "Io non sto lì a vivacchiare, io non sono adatto, se dobbiamo tornare alle liturgie del passato, le riunioni di maggioranza con i tecnici, per la logica della palude, delle sabbie mobili tanti sono più bravi di me. Io sto se possiamo cambiare". Renzi ribadisce di non essere un uomo per tutte le stagioni. "Ho 41 anni - sostiene - ho fatto il premier, non ho più bisogno di aggiungere una riga al curriculum vitae. Quando toccherà uno si gira, si inchina alla bandiera e sorride, non mette il broncio. Passerò la campanella con un sorriso e un abbraccio a chiunque sia perchè Palazzo Chigi non è casa tua ma degli italiani. Non si sta in politica solo per svolgere un servizio ma per cambiare qualcosa. Il mio futuro non è interessante, il referendum è un occasione per l'Italia, è l'assist perfetto e l'Italia ha l'occasione per fare il tiro decisivo".

E a dieci giorni dal bivio del 4 dicembre è arrivato, da Londra, l'endorsement dell'Economist al No alla riforma. In un lungo editoriale, infatti, il prestigioso settimanale d'Oltremanica ha spiegato il duplice motivo della sua presa di posizione: LEGGI Economist, Italia voti NO e dopo anche un governo tecnico.

"Leggo che l'Economist - ha detto oggi Renzi - parla di un governo tecnico, tecnocratico. Magari per l'Italia è meglio, io l'ultimo governo tecnico che ricordo ha alzato le tasse". "Il 2017 - dice in un altro passaggio - sarà cruciale per l'Europa e l'Italia deve avere una forte strategia europea e, secondo me, lo può fare solo un governo con solidità e stabilità, un governo tecnico che dice 'ce lo chiede l'Ue' non fa l'interesse dell'Italia ma di altri".

"L'Italia ha affrontato un periodo di riforme strutturali di cui per decenni si è soltanto discusso - ha detto il premier Renzi all'inaugurazione dell'anno accademico dell'Esercito a Torino., mentre oggi o sono realizzate o sono alla libera scelta dei cittadini. In ogni caso la scelta delle priorità per le riforme istituzionali e strutturali era obbligata e coerente con il dibattito degli ultimi trent'anni".

Il ministro Padoan risponde all'Economist che tifava per la vittoria del No al referendum suggerendo un governo tecnico per il dopo: 'Sono in totale disaccordo con la posizione' dell'Economist ha spiegato a Skytg24, 'sia sul giudizio sulla riforma sia sul ruolo di un governo tecnico. Serve un governo politico che continui a fare le riforme, cioè questo governo'. A proposito delle ipotesi che lo vorrebbero premier in caso di vittoria del No ha detto: 'se vince il no, cosa che io non credo, spetterà al presidente della Repubblica stabilire i passi successivi'.

 

 Intanto Luigi Di Maio sul blog Di Beppe Grillo presenta la manifestazione di domani a Roma del M5S per il No: "Sabato 26 novembre, domani, saremo tutti quanti in strada: parlamentari, consiglieri regionali del Movimento, consiglieri comunali, sindaci, cittadini, attivisti, cammineremo per le strade di Roma per ricordare agli italiani che il 4 dicembre bisogna votare NO". "Durante il cammino per la costituzione che faremo domani, portate con voi un simbolo tricolore, una fascia tricolore, un braccialetto tricolore. Ognuno di noi deve sentirsi responsabilizzato, in questo referendum, nel cambiamento del Paese. Anche perché questo è un referendum senza quorum, e ogni cittadino potrà essere determinante per per la vittoria del NO. Quindi andiamo a votare, e portiamo a votare più persone possibili, per far vincere i cittadini che vogliono veramente cambiare questo paese", scrive il vicepresidente della Camera. 

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