Guerra e crisi, fumogeni e proteste: non è tempo di eccessi, nemmeno in un'occasione solitamente molto speciale per i milanesi e per il mondo della musica come la Prima della Scala. Eleganza sì, ma 'demure', in linea con la tendenza alla discrezione che non a caso ha caratterizzato tutto questo difficile anno.
Meno lunga e sfavillante del consueto la lista degli ospiti, con poche star internazionali, molto meno appariscenti del consueto le mises, con il nero a dominare in platea. In un anno così segnato da conflitti, è ancora più luminosa la presenza della senatrice a vita Liliana Segre, al centro del palco Reale tra la moglie del presidente del senato Ignazio La Russa e la compagna del sindaco Giuseppe Sala, Chiara Bazoli, elegantissima in un abito Giorgio Armani dal corpetto verde. Proprio Giorgio Armani ha vestito con il suo stile sobrio e mai sopra le righe l'attore Pierfrancesco Favino, in smoking, accompagnato dalla moglie Anna Ferzetti, anche lei in Armani, con un abito dell'esclusiva linea Privé. Smoking firmato da 're Giorgio' anche per il cantante Achille Lauro e il campione di salto in alto Gianmarco Tamberi, accompagnato dalla moglie Chiara Bontempi, anche lei in Armani, così come Stefania Rocca, arrivata con il marito Carlo Capasa, presidente della camera nazionale della moda italiana, e l'assessore alla cultura del Comune Tommaso Sacchi.
I più belli e affascinanti, senza dubbio, i ballerini della Scala, tutti vestiti da Giorgio Armani, così come il sovrintendente Dominique Meyer, alla sua ultima Prima. Top color oro e gonna di velluto nero per il 7 dicembre dell'etoile Nicoletta Manni, mano nella mano con il marito Timofej Andrijashenko, primo ballerino della Scala. In Armani anche la coreografa Anna Olkhovaya, i ballerini Virna Toppi, Nicola Del Freo, Alice Mariani, Claudio Coviello, Marco Agostino. E in Armani anche lo scrittore Alessandro Baricco e la moglie Gloria Campaner.
Ha puntato sullo stile di Versace, con un tubino nero con Medusa dorata, la deputata della Lega Laura Ravetto, mentre signore milanesi come Laura Teso hanno scelto l'eleganza classica di Lella Curiel. Molto fotografato l'influencer Matteo Boffi con una marsina bianca con mantella tutta ricamata, uno dei pochi look 'fuori dal coro' in una serata che evidentemente non dimentica quello che succede fuori dal teatro, dove la guerra è evocata anche dalla scelta dell'opera, 'La forza del destino' di Giuseppe Verdi "che rispecchia molto il mondo attuale - dice la star del balletto Roberto Bolle, in tuxedo e cappa Dolce e Gabbana - perché è molto incentrata sulla guerra".
Concorda l'attore Alessio Boni, accompagnato dalla moglie Nina Verdelli, in avanzato stato di gravidanza: "bellissimo l'anelito alla pace, però c'è la guerra che è più forte e domandiamoci perché. Come le falene sono attratte dal fuoco nonostante si brucino, così è l'uomo". Smoking per Alessio Boni come per quasi tutti gli ospiti, dal direttore di Triennale Milano, l'archistar Stefano Boeri, a quello del Piccolo Claudio Longhi, dal ministro della cultura Alessandro Giuli al direttore di Brera Angelo Crespi, dal tenore Placido Domingo allo chef Davide Oldani.
Completo ma niente cravatta per Bruno Barbieri, al suo primo 7 dicembre. Tra i pochi a osare la stravaganza, Roberto D'Agostino in giacca e gonna lunga, molto in linea con le tendenze della moda uomo, molto meno con la prima di stasera, una delle più sobrie che storia ricordi.
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