''Devo confessarlo, sono colpevole di portare fortuna ai miei ragazzi.
Essendo siciliano li ho costretti ad affrontare Quasimodo anche se nei programmi non è molto gettonato. E proprio il Quasimodo della Sicilia dei contrasti tra il nero della gazza e il colore degli aranci. Il vento forte di zagare è un mondo intero. Credo che i ragazzi potranno comunque divertirsi ad analizzare un testo non troppo difficile e che si lega a temi universali''.
Raggiunto dall'ANSA Alessandro d'Avenia, palermitano 37 anni, scrittore e professore, autore tra l'altro del libro diventato bestseller internazionale, 'Bianca come il latte, rossa come il sangue', da cui e' stato tratto l'omonimo film, è insegnante al liceo San Carlo di Milano di Lettere e Latino. E commenta le tracce delle prove di Italiano. ''Questa di Quasimodo - risponde - è quella che preferisco e che avrei svolto io, ma sono troppo di parte. Per il resto le tracce mi sono piaciute molto. Le trovo migliori di quelle dell'anno scorso. Non sono troppo restrittive e consentono di mettere alla prova la propria intelligenza e conoscenza. Ho apprezzato molto quella sul dono, anche per il taglio filosofico antropologico e non solo letterario come di consueto: ripensare una cultura votata all'autoaffermazione e trasformarla in una cultura della condivisione dei doni e dei talenti personali è la chiave del futuro, come dimostra la gratuità che gira in rete''. Per D'Avenia nella stessa linea ''è il tema sulle nuove responsabilità. I ragazzi che affrontano il tema sono coloro che dovranno trovare nuove ricette per un mondo che gli stiamo consegnando non proprio in splendida forma. Sono fiducioso nel fatto che questa generazione cambierà lo sfacelo di questi ultimi mesi tra corruzione e facili populismi''.
Il tema sulle tecnologie a parere dello scrittore tocca un aspetto ''che mi affascina molto e piacerà ai ragazzi: il transumanesimo. Da Dante che aveva scritto che trasumanare è entrare dentro Dio a un trasumanare contemporaneo tutto basato sulla tecnica. Quale modello garantisce all'uomo di trovare la vera trascendenza''.
Affascinante per D'Avenia il tema sul rapporto tra Europa 1914 e 2014. ''Per chi ha letto Zweig è una traccia ancora più succosa, anche se le richieste forse permettono di affrontarla solo a veri appassionati di storia. Mi aspettavo qualcosa su papa Francesco e in effetti c'è anche se indirettamente. La cultura della scarto e delle periferie. Anche questa una traccia molto aperta che può dare il refugium adatto a coloro che non se la sentono di affrontare le altre tracce''.
''Insomma - conclude - sono molto soddisfatto. Quando preparo le tracce di un tema mi chiedo sempre: io lo farei questo tema? Mi divertirei a scrivere, a scoprire, inventare, curare le parole? Mi sembra che chi ha formulato queste tracce abbia usato una strategia del genere. In bocca al lupo ai ragazzi, soprattutto ai miei...'' Alessandro d'Avenia sta ultimando il suo terzo romanzo che dovrebbe uscire per la fine dell'anno ambientato nella Sicilia che ha vissuto da studente liceale nel 1992, quella di Falcone, Borsellino e padre Puglisi, il sacerdote ucciso dalla mafia, che e' stato suo docente di religione.
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