Una scelta "molto positiva, in primo luogo perché Luciano è un autore di grande limpidezza, che non crea il tormento del pensiero complesso": Luciano Canfora è convinto che il brano di Luciano di Samosata, seconda prova scritta per la maturità al liceo classico, non abbia riservato agli studenti "particolari difficoltà. Mi è sembrata un'ottima idea anche proporre l'inizio di un'opera (Contro un bibliomane ignorante, ndr): i ragazzi così non si sono trovati di fronte un retroterra sconosciuto, un contesto mancante".
Dal punto di vista stilistico e sintattico, Canfora sottolinea che quella di Luciano "è una prosa molto lineare, atticistica: il brano di oggi, poi, si presta ad essere letto fino in fondo, poi si torna indietro e ci si orienta. Chi non se la cava nella traduzione è evidentemente al di sotto del minimo necessario". L'opera dell'autore di Samosata - la cui traduzione 'storica' è quella di Luigi Settembrini - non è estranea ai programmi scolastici: "Un tempo si leggevano e traducevano soprattutto i Dialoghi, perché erano molto spiritosi, ma anche oggi - sottolinea il filologo - Luciano non è scomparso, anzi: nello studio della storia della letteratura rappresenta, con Plutarco, un punto fermo dell'età romana".
Quanto al titolo scelto, "L'ignoranza acceca gli uomini", per Canfora "si può dire ancora meglio, forse, che il brano è un invito a non credere ciecamente, all'essere critici prima di credere. Un'esortazione alla critica razionale mi sembra un bel tema".
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