Scegliere l'università da frequentare non è una scelta facile. Quanti studenti in questi giorni si stanno arrovellando per capire qual è la decisione più giusta da prendere per il futuro? Frequentare un corso piuttosto che un altro potrebbe cambiare per sempre la propriavita, e per questo bisogna scegliere anche con il cuore. Questo suggerisce la lettera aperta della studentessa e blogger Andrea Buticchi, rivolta a tutte le future matricole e pubblicata su Skuola.net.
"E' questo il periodo in cui i neomaturati si accingono a fare una scelta che condizionerà il loro futuro: alcuni preferiranno andare alla ricerca del loro posto nel mondo degli adulti, altri partiranno alla ricerca di loro stessi in giro per il mondo. Infine, in molti si accingeranno ad immatricolarsi all'università. E di seguito la domanda fatidica: che cosa vado a fare?
A soccorrere gli indecisi, e a confondere i più sicuri intervengono le voci dal fantomatico web: c'è chi, osteggia la scelta di facoltà "inutili" come filosofia e lettere, perché non forniscono lavoro secondo le statistiche, e chi, dall'altro lato, sostiene il contrario.
In questo marasma di opinioni, cosa dovrebbero fare quegli Xmila maturati che si accingono a scegliere -o hanno già scelto- il loro percorso?
Partiamo dal presupposto che non sono una fanatica di dati e statistiche: i dati sono sicuramente indici della realtà, ma in determinati ambiti non dovrebbero fruire da frecce luminose indicanti la strada giusta. Tra questi trovo si collochi la scelta universitaria. Il dato ci può indicare quanto sarà facile trovare lavoro nel settore attinente al proprio studio, potrà indicare quale ateneo ha più servizi o proposte di mobilità internazionale rispetto ad un altro. Persino se un'università sia più facile di un'altra. Ma siamo davvero sicuri che un dato possa condizionare le scelte sul futuro? Siamo davvero sicuri che sia l'utilità l'unica ed essenziale condizione da valutare nella scelta dei propri studi? Questa visione così pragmatica mi rende forse perplessa. Ma io sono sempre stata un'inguaribile romantica".
"Ciò che mi sento di dire alle future matricole è che quella scelta condizionerà la loro vita per sempre. E non perché se vanno a studiare Lettere Antiche non saranno mai persone di successo mentre se studiano Ingegneria sicuramente vivranno nell'agio - certe variabili nemmeno la più accurata delle statistiche può calcolarle… O almeno credo, io studio giurisprudenza e coi calcoli ho poca affinità.- ma perché la tua facoltà ti cambia: cambia la prospettiva da cui guardi il mondo, cambia gli interessi, cambia lo stile di vita… Cambia persino il senso dell'umorismo.
Perché la facoltà che sceglierai sarà la tua casa per i tuoi prossimi 3barra5barrapiù anni. E qualcuno si ostina a dire che siano i migliori della tua vita: quanto la prospettiva lavorativa può aiutarti a stringere i denti e buttare giù nozioni che ti interessano e ti piacciono come l'albume d'uovo crudo a colazione?
Perché la facoltà che sceglierai sarà faticosa. Sarà faticosa perché dovrai studiare molto più che al liceo, perché dovrai studiare d'estate e durante le vacanze di Natale. Perché ci sarà sempre ilprofessore più "cattivo" che pretenderà troppo nel suo esame impossibile. Perché dovrai rinunciare a qualcosa per i tuoi risultati, che sia l'aperitivo o il sonno.
Perché la facoltà che sceglierai ti darà delle conoscenze, ma tu dovrai interiorizzarle. E, per esperienza personale ti dico che è molto difficile fare tuo ciò che ab initio non ti appartiene.
Perché la facoltà che sceglierai condizionerà la tua vita futura, condizionerà le tue scelte e le tue aspirazioni: e non solo per la carriera che intraprenderai, ma ne condizionerà i viaggi, il modo in cui ti sveglierai al mattino, il senso che darai alle tue giornate.
Perché l'amore per ciò che studierai ti porterà ad essere curioso, e la curiosità ti porterà a farti tante domande, e a ricercare tante risposte. E magari qualcuna la troverai, e sarà la cosa più soddisfacente che tu abbia mai provato.
Perché seguire la tua passione e la tua indole ti porterà ad eccellere, mentre spesso chi segue la logica della scelta più efficiente rimane nella mediocrità. Secondo la mia personale opinione è meglio essere un "filosofo" eccellente, piuttosto che un ingegnere mediocre. Di certo è più stimolante.
Bisogna smettere di seguire i calcoli e ritrovare la propria individualità: cosa succederebbe se dalle statistiche si evincesse che il guadagno è garantito solo se tutti diventiamo veline e calciatori?
Che determinate facoltà diano diretto sfogo sul mercato del lavoro, mentre per altre l'occupazione sia meno sicura è indiscusso. Ma ridurre la Conoscenza a una questione di stipendio mi pare un discorso un po' gramo.
Quindi, cara Matricola, fai le tue scelte con consapevolezza e ponderazione, e insegui i tuoi sogni, indipendentemente da ciò che dicono le statistiche. Perché "se non avessimo sogni, saremmo solo macchine"… (di William Shakespeare, sebbene qualcuno si ostini ad attribuirla all'Alfa Romeo, pure nelle più prestigiose università)"
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