Dispense online, appunti condivisi, libri fai da te: l’economia della condivisione ormai ha assunto un ruolo fondamentale per prendere una laurea. Preparare un esame sugli appunti del più bravo del corso può rivelarsi la scelta migliore rispetto alle dispense scritte dal professore. Chi meglio di un (bravo) studente può trovare le chiavi per spiegare argomenti complessi come quelli accademici a un coetaneo? I ragazzi lo sanno e per questo attorno ai manoscritti (digitali) dei secchioni è sorto un vero e proprio mercato, che proprio all’approssimarsi delle sessioni d’esame, come quella settembrina ormai alle porte, vive i suoi picchi maggiori.
Anche in questo settore il web sta rimpiazzando i classici canali commerciali rappresentati da copisterie, annunci in bacheca, passaparola. Esistono piattaforme di marketplace come quella messa a disposizione da Skuola.net dove gli studenti più bravi possono trasformarsi in autori, caricando i propri riassunti universitari e guadagnando per ogni singola vendita. Un po’ come avviene sull’AppStore, ma in questo caso i prodotti in vetrina non sono applicazioni ma sunti, schemi, tesine, riassunti e ogni sorta di indicazione che possa aiutare a superare proprio quell’esame tenuto dallo specifico docente. Insomma nulla che si possa trovare sui libri, che hanno un carattere più generale, o tantomeno sulle autoreferenziali quanto spesso scarne dispense dei prof.
Dal lancio del servizio, avvenuto un paio d’anni fa, ad oggi, sono circa 200mila gli studenti che hanno scelto l’auto-organizzazione. I più attivi sono i ragazzi di Lettere e Filosofia: ben il 23% del materiale universitario acquistato tratta infatti argomenti dei corsi di laurea di questa facoltà. Le doti commerciali di letterati e filosofi fanno mangiare la polvere ai secondi classificati, gli studenti di Economia, sulla carta i favoriti: è loro il 16% delle compravendite. Seguono a ruota i giuristi (16%) e i ragazzi di Scienze della Formazione (10%), e via via troviamo anche Scienze Politiche, Ingegneria, Psicologia e tutte le altre aree di studio. I meno propensi alle attività di scambio? Sembrano i farmacisti e gli architetti: se il loro giro di compravendita non supera l’1% del totale, può essere tuttavia dovuto alle peculiarità tecniche e laboratorialidei corsi frequentati.
Lombardia, Sicilia e Lazio: cosa hanno in comune queste tre regioni del nord, sud e centro Italia? La propensione degli universitari ad acquistare online ciò che serve per passare gli esami. Con quasi il 20% degli acquisti, la prima batte le altre due, che la seguono a quota 14% e 12% circa. Tanti comprano anche dalla Campania (7%) e dal Piemonte (7%). I meno attivi nell’e-commerce studentesco? Valle D’Aosta (0,2%), Molise (0,4%) e Basilicata (circa 1%). Si rifaranno durante la prossima sessione d’esame.
Nel gioco della domanda e dell’offerta c’è chi può permettersi di vendere a peso d’oro (si fa per dire) i propri appunti, sunti o dispense universitarie. Con un prezzo medio di 5.78 euro sono i materiali di Lingue e Culture Straniere a guadagnarsi la palma dei più costosi. Non male neanche quelli di Design a 5.62 euro o di Scienze Statistiche a 4.87 euro di media. I meno costosi? Gli appunti di Musicologia a 0.79 euro e, a sorpresa, di Medicina e Chirurgia, che si assestano per lo più sui 1.66 euro. Complessivamente, il prezzo medio del materiale universitario tuttavia si ferma a poco più di 3 euro: cifra impensabile per il tradizionale blocco di dispense dei prof da comprare in copisteria.
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