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In evidenza
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La stagione delle prove INVALSI bussa alla porta. Da marzo a giugno, milioni di studenti di cinque diversi livelli scolastici - seconda e quinta elementare, terza media, secondo e quinto superiore - saranno chiamati a dimostrare il livello delle competenze raggiunte in quattro discipline: italiano, matematica, inglese reading (lettura), inglese listening (ascolto); fatta eccezione per la seconda elementare e il secondo superiore, che non hanno la prova di inglese. Prove che saranno svolte totalmente al computer - tranne che nella scuola primaria, dove resiste la versione cartacea - secondo un calendario che stabilisce la scuola all’interno delle “finestre” fissate dall’istituto.
Come ogni anno, cambiano gli studenti che dovranno affrontarle. Cosicché risulta necessario fare un ripasso delle informazioni principali da conoscere. Per farlo, il portale studentesco Skuola.net ha interpellato il massimo esperto in materia: Roberto Ricci, presidente dell’Istituto INVALSI. Costruendo assieme a lui una sorta di bussola per orientarsi all’interno delle Prove 2024.
Quale sarà il calendario delle prove INVALSI 2024?
“Il 1° marzo si inizia con gli studenti di quinto superiore e andranno avanti fino al 27 marzo. Ogni scuola avrà un suo calendario, flessibile. Per questi sarà un requisito d’esame. Ad aprile sarà poi la volta dei ragazzi di terza media, dal giovedì dopo Pasqua (4 aprile) fino alla fine del mese. Mentre i più piccoli, quelli delle scuole primarie, le svolgeranno il 6 (solo le quinte elementari), 7 e 9 maggio, per il momento nel loro caso ancora su carta. Infine gli studenti della seconda superiore, chiamati a fare le prove dal 13 maggio al 31 maggio. Per gli alunni di terza media e di quinto superiore ci sarà anche una prova suppletiva, dal 27 maggio al 6 giugno”.
Quanto durano le singole prove?
“La durata delle prove varia a seconda del grado scolastico. Quelle dei ragazzi più grandi sono più lunghe di quelle dei bambini. La durata standard - esclusi dunque quei ragazzi che hanno bisogno, per esigenze personali, di maggiore tempo - per gli studenti più grandi sarà comunque di un’ora e mezza, al massimo di due ore.
In cosa consistono le prove?
"La prova di Italiano consiste nella lettura di testi di diversa natura (romanzi, articoli di giornale, blog, ecc.) ma poi ci sono anche domande sul lessico (capire il senso delle parole collocate nel testo) e alcune di tipo grammaticali, sempre funzionali alla comprensione. Matematica è invece divisa in due sezioni: una riguarda i fondamenti della matematica, quelli che non ci si deve dimenticare anche quando si smette di studiare, che possono servire nella vita di tutti i giorni; l’altra, più specifica a seconda degli indirizzi, avrà contenuti più focalizzati su vari percorsi. L’Inglese, infine, ha la stessa struttura prevista per le prove che rilasciano le certificazioni ed è tutta centrata sulla comunicazione, scritta e orale”.
Come si svolgono le prove?
“I questionari vengono somministrati al computer; uno strumento più comune, più semplice, più economico e anche più ecologico, non usando per nulla carta. Dal punto di vista tecnico-operativo, le prove si possono svolgere con i computer ma anche con i tablet. Tipicamente si va in laboratorio di informatica. Lo strumento è molto flessibile, le scuole possono organizzarsi come meglio credono, anche sulle date precise. L’unico obbligo è che le prove si svolgano a scuola”.
Chi prepara le Prove INVALSI?
“Le prove INVALSI vengono strutturate in base alle indicazioni nazionali (quelli che un tempo si chiamavano i programmi) e sono predisposte da esperti ma soprattutto, per il 90%, da insegnanti di scuola con molta esperienza alle spalle”.
Che succede se il computer smette di funzionare all’improvviso, ad esempio per cali di connessione o interruzioni di corrente?
“C’è tutta una serie di piani alternativi nel caso, ad esempio, la connessione internet cade o il computer si blocca. Se la prova si interrompe per meno di dieci minuti, l’alunno può riprendere, magari cambiando postazione. Se l'interruzione è superiore ai dieci minuti, la prova si dovrà ripetere, ma il sistema avrà comunque fatto un salvataggio delle risposte date fino a quel momento.”
E’ obbligatorio sostenere le Prove INVALSI?
“Sì, in quanto previsto dalla legge. La ragione è quella di voler fornire agli studenti, alle scuole, al sistema scolastico nel complesso un parametro di valutazione sui livelli delle competenze. E di avere un metro di comparazione tra le varie parti del nostro territorio e, nel caso della prova di lingue, per fare un confronto anche con i coetanei di altri Paesi”.
Che significa che le prove sono requisito d’esame in terza media e in quinta superiore?
“La legge richiede che lo studente abbia svolto le prove per poter accedere all’esame, solo questo. Le prove INVALSI, dunque, non fanno media con il voto né della licenza media media né del diploma maturità. E’ un grande vantaggio, perché ci si potrà mettere alla prova senza preoccupazioni, potendo dare il meglio di sé. Una forma di autovalutazione. Tra l’altro, si potrà richiedere anche un badge elettronico dell’esito delle prove, particolarmente utile specie per quel che riguarda la prova di Inglese”.
Quando saranno disponibili i risultati delle prove?
I risultati non saranno immediatamente disponibili allo studente. Questo soprattutto perché ci sono molte domande a risposta aperta che richiedono un lungo processo di elaborazione. La data di pubblicazione dei risultati, poi, varia a seconda della classe. Quelli di quinta superiore dovrebbero averli già alla fine di maggio. Quelli di terza media verso fine giugno, assieme agli esiti del loro esame. Gli altri livelli, non avendo incombenze di calendario, dovranno attendere grosso modo fino a settembre. Una volta pubblicati i risultati, i maggiorenni potranno scaricare le prove dal sito INVALSI, inserendo le credenziali d’accesso fornite il giorno della prova. Per i minorenni l’accesso ai risultati sarà disponibile attraverso le scuole o le famiglie”.
Gli studenti di quinto superiore avranno la possibilità di scaricare direttamente dal sito dell’INVALSI i cosiddetti badge digitali: cosa sono?
“I badge possono essere utilizzati in vario modo. Per fare un esempio, quello di Inglese, riportando dei livelli di apprendimento standard, può essere riconosciuto come certificazione dalle università, esonerando dalle idoneità di lingua eventualmente previste. Oppure, per l’accesso a diversi programmi di studio internazionali post maturità, uno degli strumenti di valutazione potrebbe essere una certificazione sui livelli delle competenze: il diploma non può essere usato mentre le prove INVALSI sì”.
Ma, alla fine, qual è lo scopo delle prove INVALSI?
“Le prove INVALSI servono a molto. Innanzitutto per capire qual è il livello degli apprendimenti, non solo di un alunno rispetto ai compagni di classe, ma inserendo gli studenti in un contesto più ampio. Inoltre, permettono di sviluppare politiche pubbliche più puntuali, come avvenuto negli ultimi anni con l’aumento delle risorse investite per il miglioramento delle competenze degli studenti. Senza INVALSI sarebbe stato impossibile arrivare allo stesso risultato”.
Cosa si può portare il giorno della prova?
“Per la prova di Matematica sono ammessi righello, squadra, compasso, goniometro e qualsiasi tipo di calcolatrice (purché non sia collegabile a Internet). Inoltre, la stessa piattaforma su cui si svolgono le prove comprende una calcolatrice. Per Italiano e Inglese invece non è consentito l’uso del dizionario. A meno che non ci siano delle necessità particolari per singoli studenti, gli stessi che quotidianamente già usano dei supporti per lo studio”.
Come ci si può esercitare per le prove INVALSI?
“Si può farlo in due modi: il più importante, e forse il più difficile, è studiare per andare bene a scuola tutti i giorni; il secondo è andare a consultare gli esempi pubblicati sul sito INVALSI. Tenendo presente che i contenuti di tutte le prove non richiedono memorizzazioni particolari. Ad esempio, se ho bisogno di una formula, c’è un formulario. Mentre la prova di Italiano non richiede conoscenze che esulano dal testo. Quello che conta è la comprensione”.
Infine una curiosità: perché nel questionario si chiedono cose personali, come ad esempio quanti libri ci sono in casa?
“Sapere qual è il contesto culturale all'interno del quale gli studenti vivono aiuta a capire meglio i risultati, per poi di riflesso migliorare il sistema scolastico, al fine di aiutare le ragazze e i ragazzi più in difficoltà”.
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