È il 51/o film, "sto preparando il nuovo progetto, spero che avrò le forze, ho una certa età e può davvero succedere di tutto, ma tocchiamo ferro e poi mi sa proprio che smetto".
Parla così in una intervista all'ANSA Claude Lelouch, il regista del cult Un Uomo, Una Donna per citare solo uno dei suoi titoli più famosi. Ha 86 anni, sette figli, tre mogli e molte altre partner (con Valerie Perrin è in coppia dal 2006), ha vinto Oscar, Palma d'oro a Cannes e tanti premi e non demorde affatto. È a Venezia per un riconoscimento (Cartier Glory to the filmmaker) e per presentare Fuori Concorso Finalement, dal 19 settembre con Europictures.
È un film corale con Kad Merad, Sandrine Bonnaire, Elsa Zylberstein, Barbara Pravi, Françoise Gillard e Michel Boujenah con al centro Lino, avvocato di fama, uomo che aveva tutto, tra famiglia, successo e carriera, ma sente che sta perdendo l'equilibrio mentale. Decide di lasciarsi tutto alle spalle e vagare, ricercato, per la Francia vestendo i panni delle persone che ha difeso in tribunale: prima quelli di un prete spretato, di un regista di film porno, di un trombettista per rendersi conto alla fine, dopo una serie di incontri a dir poco strampalati, che tutto quello che accade nella vita è un bene.
"Volevo affrontare i temi che mi hanno sempre ossessionato ossia la salute, l'amore, la punizione e la ricompensa, l'amicizia che è l'amore senza complicazioni, la famiglia, il denaro", spiega. "Abbiamo tutti gli strumenti a nostra disposizione per costruire un mondo nuovo oppure per arrivare alla fine, mai - prosegue Lelouch - ci siamo trovati in un momento così pericoloso e al tempo stesso favoloso, molti stanno vivendo un burnout perché abbiamo creato un mondo che è una prigione, pieno di regole, e molti sognano la libertà che passa dalla solitudine, che è il vero tema del film".
Si professa ottimista Lelouch: "Io sono innamorato del presente, è l'unica cosa che ci appartiene, se apprezziamo il presente siamo felici, la felicità passa attraverso l'arte di usare il presente. Il passato è come abbracciare un morto, il futuro non sappiamo cosa sia, amo il presente. L'oggi non mi fa paura, siamo tristi solo quando non sappiamo vivere il presente, vale la pena di approfittare del qui ed ora, è sempre giovane, non ha il tempo di invecchiare".
Cosa lo mantiene in attività in un tempo in cui potrebbe ritirarsi? "La curiosità. Io sono estremamente curioso, mi piace tutto, il freddo, il caldo, il mare, la montagna, amo la vita, le persone intelligenti e pure gli imbecilli perché sono molto più fotogenici e con loro faccio le commedie. Dunque cerco di fare amare la vita attraverso i miei film, mi lascio trasportare dalla vita e alla mia età di certo non tradirò il cinema".
Per anni hanno proposto a Lelouch di fare serie tv per le piattaforme, ha sempre rifiutato: "Oggi le persone vedono i film sui device, sui telefoni, al pc e per me è qualcosa di tremendo, un film va visto in sala cinematografica e spero che le persone si stuferanno dello streaming e si ritornerà a vedere il cinema sul grande schermo. Non voglio essere schiavo, voglio provare piacere in quello che faccio e girare 40 episodi di una serie è una schiavitù. I festival come Cannes e Venezia hanno un ruolo importante di promozione del film film".
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