''Chiamatela trattativa o dialogo. La comunicazione c'è stata tra il capitano del Napoli, le persone preposte alla sicurezza e il tifoso. Purtroppo c'è stata anche in passato e io da presidente del Coni, e noi, non possiamo accettarla''. Lo ha detto il numero uno dello sport italiano, Giovanni Malagò, nel corso del Consiglio Nazionale, in merito ai fatti accaduti nella finale di Coppa Italia di sabato scorso.
'Basta vedere quello che ha fatto la Thatcher con gli hooligans. Punto. Questo bisogna fare. Io non legifero, auspico che questo avvenga''.Il presidente del Coni, Giovanni Malagò, al termine della Giunta, chiede il modello inglese dopo gli incidenti nella finale di Coppa Italia. ''Voglio l'immediatezza delle pene senza che possano essere poi rivisitate di chi è stato preso in flagrante- prosegue il numero uno dello sport italiano Malagò, citando il caso del calciatore del Barcellona, Dani Alves, vittima di un gesto razzista -. Non credo che lo stadio del Villareal sia migliore dell'Olimpico, lì chi è stato preso a tirare una banana a Dani Alves è stato interdetto a vita, questo bisogna fare''. "I fischi durante l'inno? Dire che mi addolora e rattrista è poco. Fa da contraltare alle quasi 5 mila persone che c'erano alla finale della pallavolo tra Perugia e Macerata, dove tutte le due tifoserie cantavano a squarciagola l'inno".
Il presidente presidente del Coni, Giovanni Malago', commenta così i fischi dell'Olimpico durante l'esecuzione dell'inno di Mameli che ha preceduto la finale di Coppa Italia di sabato. "Ognuno è padrone di esprimere dissensi o condivisioni su certi temi, valori o elementi che riguardano la vita pubblica del paese'', aggiunge il numero uno dello sport italiano, al termine della Giunta Coni che si rivolge direttamente ai contestatori: ''Se fischi l'inno stai fischiando contro te stesso, contro i propri genitori e anche contro la propria squadra, perché quella è una squadra italiana e quella finale si chiama Coppa Italia ed è la coppa del presidente della Repubblica, con tutto il rispetto ciò non ha senso". Malagò si impegna in prima persona: ''Da presidente del Coni lo devo dire, si torna a un concetto di non cultura sportiva per cui ce la metterò tutta per invertire questo stato dell'arte''.