Il circuito giapponese di Suzuka ospita dal 1987 il Mondiale di Formula 1 ed è stato spesso palcoscenico delle sfide decisive per il titolo in quanto gara di fine stagione. Nella memoria restano i duelli tra Ayrton Senna e Alain Prost tra il 1988 e il 1990, ma anche eventi tragici, come la morte in gara del centauro giapponese Daijiro Kato durante il Gp del Giappone, gara d'apertura del Mondiale MotoGp 2003. Il campione del mondo 2001 della 250 perse il controllo della sua Honda - casa che è proprietaria del circuito - e si schiantò sul guard-rail, riportando gravi ferite.
Morì due settimane dopo, a neanche 27 annui. In seguito a quell'incidente, il motomondiale abbandonò Suzuka, ritenendolo non più sicuro. La F1 vi ha sempre corso - ad eccezione delle stagioni 2007 e 2008, quando si gareggiò al Fuji - grazie a alcuni adeguamenti ma soprattutto al grosso lavoro fatto sulla sicurezza dopo la morte di Ayrton Senna, nel 1994. Macchine più robuste, rischio fuoco quasi azzerato, sistemi di ritenzione migliorati, vie di fuga e barriere aumentati, hanno salvato molte vite.
Gli incidenti di gara con serie conseguenze negli ultimi anni sono stati pochi, cos' come quelli durante i test. L'unica eccezione è recente e riguarda proprio il team Marussia e ricorda in parte quanto avvenuto a Jules Bianchi: nel marzo 2012, la collaudatrice Maria de Villota si schiantò con la vettura su un camion d'appoggio durante un test sull'aerodromo inglese di Duxford. Ferita gravemente alla testa, perse un occhio e fu costretta a lasciare la carriera. Un anno dopo fu trovata morta in una stanza d'albergo, secondo la famiglia per le conseguenze di quell'incidente.
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