L'etilometro è come un cartellino rosso e qualche volta espelle, almeno dal posto guida, anche i calciatori. Mattia Perin, portiere del Genoa e della nazionale, è stato trovato fuori dai limiti l'altra notte a Genova dopo una cena con i compagni di squadra ed è stato denunciato per guida in stato di ebbrezza. Uguale disavventura era capitata una decina di giorni fa anche al viceallenatore del Bologna, Michele Fini, fermato all'uscita da un ristorante, al quale è stata anche sospesa la patente.
Con l'intensificarsi dei controlli sulle strade anche un bicchierino si paga caro, perchè la macchinetta non fa sconti e intanto la lista degli "espulsi" tra i calciatori si allunga. Era capitato tre anni fa a Modena a Luca Toni: l'allora attaccante della Juve era appena fuori dai limiti (0,5% il tasso massimo) ma perse la patente per tre mesi. Stessa sorte, in anni precedenti, per i meno famosi Fabiano Santacroce, che perse la patente nel 2009 quando giocava al Napoli, e per l'allora centrocampista del Rimini Emmanuel Cascione, 'beccato' la notte di Capodanno 2007 a pochi metri da casa.
C'è poi chi è risultato positivo al test dopo aver causato un sinistro, come l'attaccante atalantino Riccardo Zampagna, che nel 2010 tamponò in pieno centro a Bergamo uno scooter condotto da una giovane. Lo stesso anno, ma l'incidente avvenne in autostrada, perse la patente il centrocampista del Livorno Juan Ignazio Surraco, trovato con un tasso superiore a 1,5. All'estero, casi simili sono ancora più comuni. Se Adriano, l'imperatore dalla birra facile, ha perso la patente in Brasile anche solo per aver rifiutato il test, in Inghilterra da già quasi 20 anni fa club e federazione hanno messo in atto contromisure contro il calciatore-bevitore, che era diventato quasi un ruolo fisso in molte squadre di Premier.
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