Passato e (possibile) futuro della guida tecnica azzurra si intrecciano, in attesa che il Consiglio federale di lunedì sveli le proposte del presidente, Carlo Tavecchio, e ne sveli il destino. Da una parte Gian Piero Ventura ha salutato i tifosi della nazionale, mescolando all'amarezza per la mancata qualificazione al Mondiale del 2018 qualche venatura polemica ("le sconfitte, soprattutto quelle più dolorose, non si possono spiegare con una sola verità").
Dall'altra Antonio Conte - uno dei candidati con Carlo Ancelotti, Claudio Ranieri e Roberto Mancini - non ha chiuso all'ipotesi di un clamoroso ritorno, nonostante sia legato al Chelsea fino al giugno 2019. Tutti gli attori, intanto, aspettano di vedere se il numero uno della Figc troverà quella maggioranza che gli è indispensabile per restare in sella e cominciare a muovere i primi passo verso la rifondazione del calcio italiano: al momento, solo l'Aic ha espresso la sfiducia. Tutti gli altri aspattano le mosse di Tavecchio, e non solo quella di maggior effetto, la scelta del successore di Ventura. Scelta che non sarà facile, né veloce. Non c'è particolare fretta: le qualificazioni all'Europeo del 2020 inizieranno a marzo 2019, precedute però dalla Uefa Nations League. "Sono stati, e sono, giorni difficili e di profondo dispiacere", è intanto l'addio di Ventura, con una dichiarazione all'Ansa.
"Provo una sensazione di incompiutezza dal momento in cui non ho raggiunto il traguardo dei Mondiali. Guidare la Nazionale mi ha trasmesso senso di appartenenza ed orgoglio mai provati prima perché non ci può essere niente di più grande. Ho lavorato con tutto me stesso, con serietà e professionalità: non sono riuscito là dove ero convinto di farcela alla guida di un gruppo di ragazzi che non smetterò mai di ringraziare". Poi, la stoccata: "Nel calcio, le vittorie sono sempre il prodotto del merito di tanti. Allo stesso tempo le sconfitte, soprattutto quelle più dolorose, non si possono spiegare con una sola verità: nel momento dell'insuccesso bisogna dare risposte ad una lunga serie di interrogativi. Ora - la conclusione dell'ex ct - nel momento della ripartenza sarò il primo tifoso: al mio successore auguro di riportare l'Italia dove merita...". E a proposito di successori, da Londra e' intervenuto Conte. Inerpellato sulla possibilità di concedere un bis nazionale, non ha chiuso alcuna porta. Definita la mancata qualificazione "un mezzo disastro", ha aggiunto: "E' un momento estremamente difficile per il calcio italiano, con tanti problemi. La federazione deve prendersi tutto il tempo necessario per individuare come risolverli".
Magari fino a giugno, quando il Chelsea e Conte potrebbero accordarsi per permettere al primo di pagare solo parte del contratto ed al secondo di liberarsi, magari per tornare in azzurro. A Londra sono certi che a giugno l'avventura del tecnico italiano finirà. Ma il primo della lista per l'azzurro resta Ancelotti. E l'allenatore romagnolo - a libro paga del Bayern fino a giugno 2018 - è tra quanti vorranno capire. Dopo l'esonero di fine settembre, di recente si è detto pronto a ripartire "dove ci sarà una buona opportunità, un progetto e tempo per lavorare". Sono gli ingredienti che la Federcalcio dovrà garantirgli se vorrà convincerlo a guidare la squadra di tutti gli italiani.
Riproduzione riservata © Copyright ANSA