''Ho letto c'e' Allegri c'e' Conte c'e' Carletto Ancelotti, io dico che ora devono pensare bene a come devono fare e poi chi prendono prendono sono tutti bravi''. Dopo la sconfitta subita 4-1 a Parigi dal suo Nantes, Claudio Ranieri, parla anche di Nazionale e della possibilità di diventare il Ct azzurro. Se arriva la chiamata? ''Ci penserò, non dipende solo da me - aggiunge il tecnico campione d'Inghilterra con il Leicester - c'e' un presidente e devono parlare al limite con il mio presidente''. ''Credo che in Italia la questione allenatore sia ormai in secondo piano - spiega Ranieri - bisogna fare bene le cose perchè abbiamo toccato il fondo. C'e' gente preposta a pensare per far si che le cose cambino. Poi dalle ceneri si può sempre fare bene, ci sono giovani interessanti e ci risolleveremo. Erano 60 anni che l'Italia non era fuori dal Mondiale, ma a volte serve sprofondare per poi risollevarsi''.
Tempi lunghi per ct, lacrime Tavecchio: "debacle tecnica" - "La debacle è tecnica". La mancata qualificazione dell'Italia ai mondiali ha tolto il sonno a Carlo Tavecchio: "Non dormo da quattro giorni" ammette in lacrime il presidente della Figc che, atteso lunedì da un altro 'match' in federazione per dare risposte a un movimento sotto choc dopo che la nazionale ha toccato uno dei punti più bassi della sua gloriosa storia, 'scarica' però le colpe del tonfo sul ct già esonerato, Gian Piero Ventura. E il tema del sostituto sulla panchina dell'Italia resta caldissimo, con Carlo Ancelotti sempre prima scelta, ma con i tempi che rischiano di allungarsi. Diversi papabili in queste ore si sono infatti sfilati: Massimiliano Allegri, anche lui nella rosa dei 'graditi' ha già detto che la nazionale è bella, ma non ora "in futuro, forse": stesso discorso da parte di Luciano Spalletti "Sarei onorato, ma adesso penso all'Inter". E a frenare sul Carletto nazionale ci pensa invece Giovanni Branchini, uno degli amici storici dell'ex allenatore del Bayern (rimasto in silenzio in questi giorni di voci e totonomi): "Non allenerà la nazionale, non vuole mancare di rispetto a nessuno ma in questo momento non è interessato. Ha altri obiettivi, mi risulta" aveva detto intervenendo a Radio Deejay. Ma non una chiusura ufficiale, perché a parlare per il sì o per il no dovrà essere lo stesso Ancelotti: l'unico titolato a dire se vorrà avventurarsi in azzurro. Certo è che il clima resta rovente: "Non commentiamo notizie senza fondamento - la replica all'Ansa di una fonte qualificata della Figc -, sono solo sciacallaggio giornalistico". Perché la strada Ancelotti continua a essere battuta, insieme a quella di altri big come Mancini e Ranieri. Non escluso neppure un ritorno di Antonio Conte a fine stagione. L'urgenza al momento però è la governance politica, e questa sarà sul tavolo di via Allegri lunedì prossimo: del resto la nazionale ha solo due amichevoli in agenda e i tempi non sono stretti. C'è prima da ridare forza alla federazione finita sotto accusa, e poi vagliare al meglio il prossimo ct. "Sarebbe un grosso errore decidere di fretta, mettendo da parte le cose buone e pensare al peggio. Il calcio italiano può risollevarsi, ma bisogna avere i nervi saldi" sottolinea il n.1 degli arbitri Marcello Nicchi. Il ministro dello sport, Luca Lotti, invece non è dell'avviso di prendere tempo, ribadendo che è il momento di "rifondare il calcio". "Mi auguro che non si arrivi lunedì al solito compromesso dove magari il Consiglio federale si accorda su varie posizioni e si riparte facendo finta di nulla, perché non si può fare finta di nulla". E Tavecchio, nei giorni più lunghi del suo mandato federale, ammette di sentirsi provato: lo fa in un colloquio in macchina con le Iene: "Se sono sereno? Per niente - dice visibilmente commosso - dormo e mi sveglio, così da quattro giorni". Sulla Caporetto nazionale però non sembra avere dubbi: la responsabilità è di Ventura e della "scelta tecnica sbagliata della formazione". Contro la Svezia "abbiamo giocato male - insiste Tavecchio -: contro gente alta almeno uno e novanta dovevamo aggirarli con i piccoletti che invece stavano in panchina". Il riferimento a Lorenzo Insigne rimasto in panchina mentre l'Italia salutava dopo 60 anni i mondiali.
TAVECCHIO INTERVISTATO DALLE IENE