Michael Schumacher in un'intervista inedita in vista del suo 50/o compleanno che cade il prossimo 3 gennaio. A quasi cinque anni dal terribile incidente sugli sci del sette volte campione del mondo di Formula 1 sulle nevi di Meribel, la famiglia dell'ex ferrarista ha voluto fare un regalo ad appassionati e non del Circus rompendo il silenzio calato sul campione delle monoposto dopo quella tragica caduta sulla neve, mettendo in rete un video precedente al 29 dicembre 2013, il giorno che cambiò per sempre la vita del pilota.
In queste immagini inedite Schumi sorridente parla dell'amore per la Rossa, dei suoi rivali, dei suoi idoli e del segreto dei suoi successi. ''Il campionato più emozionante è stato senza dubbio nel 2000 con la Ferrari - ricorda Schumacher nel video postato sul sito ufficiale del campione - Dopo 21 anni senza mondiale per la Ferrari e quattro anni per me senza successi, alla fine ho vinto la gara, una gara eccezionale a Suzuka, ed ho vinto il Mondiale'', racconta il tedesco che alla domanda su quale pilota rispetti di più, ha assicurato che Häkkinen è uno dei compagni con cui ha avuto il miglior rapporto.
Schumi ha parlato anche del suo idolo d'infanzia: ''Da bambino, quando sui kart c'erano Ayrton Senna o Vincenzo Sospiri, che ammiravo molto perché era un buon pilota, il mio vero idolo era Toni Schumacher perché era un grande calciatore. Per sviluppare te stesso e fare dei passi avanti, non solo devi guardare la macchina, devi guardare te stesso, gli altri piloti, non solo quelli davanti a te, ma li devi guardare tutti, e l'ho fatto, perché tutti hanno qualcosa di speciale che voglio sapere''.
"La Formula 1 resta uno sport duro, tra i più difficili - dice ancora - anche se prima lo era molto di più. Serve sempre moltissima preparazione". Quella per la quale il campione tedesco ha sempre mostrato un'attenzione quasi maniacale, e che unita alla voglia di superarsi sempre ma tenendo i piedi per terra. lo ha reso il numero uno di sempre.
"I record sono una cosa, i dubbi però servono per non avere troppa fiducia, essere scettici e cercare miglioramenti e fare il passo successivo. Ho sempre pensato: non sono troppo bravo, devo lavorare di più', e questa è una delle chiavi che mi ha fatto diventare quello che sono diventato". Tante riflessioni che fanno rivivere il mito di Schumi, dopo cinque anni di silenzio un omaggio al campione che è stato.
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