Un piano straordinario per lo sport, per far ripartire le attività da maggio. Sta lavorando a questo il ministro dello Sport Vincenzo Spadafora, che ne ha parlato in un video pubblicato ieri su facebook, annunciando di pensare a "un piano straordinario per le iniziative che devono partire da maggio, cioè da quando speriamo di poter essere fuori dall'emergenza coronavirus per pensare al futuro. Ma per poter ripartire da maggio, bisogna che a quella data tutte le realtà sportive possano arrivare con le risorse necessarie".
Il ministro ha anche annunciato che oggi incontrerà in videoconferenza i presidenti di 5 grandi Federazioni sportive ("intendendo per grandi quelle per numeri economici, tesserati, associazioni ed enti affiliati") per questo piano straordinario, e che oggi riceverà dal Coni "i suggerimenti provenienti da tutto il mondo sportivo per capire bene qual è stato l'impatto dell'emergenza sanitaria e che cosa possiamo fare come governo per aiutare questo mondo".
Mercoledì il ministro ha incontrato, sempre in video, i rappresentanti degli enti di promozione sportiva. Oggi nuova tappa del giro di consultazioni "per poter avere tutti i dati che servono per lavorare a un piano che guardi subito alle esigenze del mondo sportivo, dalle grandi realtà alle piccole associazioni sul territorio".
La questione allenamenti
Gli atleti professionisti possono allenarsi negli impianti sportivi, purché da soli? Dopo le parole pronunciate mercoledì sera in conferenza stampa dal premier Giuseppe Conte, esponendo l'ultimo Dpcm sull'emergenza coronavirus, molti avrebbero risposto con un sì. Ma all'indomani l'intervento di Spadafora ha fornito un'interpretazione assai più restrittiva. Il ministro, infatti, ha affermato che è vietato per i prossimi 10 giorni ogni tipo di attività sportiva, anche di allenamento, in qualunque tipo di struttura.
Lo stop agli allenamenti, aveva spiegato, serve ad "evitare che delle società sportive possano pretendere l'esecuzione di una prestazione sportiva anche nella forma di un allenamento. Ovviamente, ciò non significa che gli atleti non potranno più allenarsi: non lo faranno in maniera collettiva, ma individuale".