Anhelina Kalinina batte in tre set la russa Veronika Kudermetova, volando alla finale degli Internazionali d'Italia dove affronterà Rybakina. La tennista ucraina ha vinto con il punteggio di 7-5, 5-7, 6-2 e a fine partita non ha stretto la mano alla sua rivale della semifinale, come - sul circuito - succede a quasi tutti gli incroci tra i tennisti delle due nazionalità, a seguito della guerra in Ucraina.
Nell'altra semifinale Elena Rybakina ha battuto Jelena Ostapenko: la tennista kazaka ha sconfitto 6-2, 6-4 la lettone dopo che la partita era stata sospesa per pioggia sul 4-2 per la Ostapenko nel secondo set.
"Io in finale agli Internazionali di Roma? Per me era importante vincere ogni partita visto quello che l'Ucraina sta passando. Spero di aver dato qualche piccola emozione positiva al mio Paese, un po' di gioia", ha detto Kalinina dopo aver battuto in tre set la russa Veronika Kudermetova. "Sono un po' stanca, gli ultimi due giorni sono stati faticosissimi, ho giocato sempre sui tre set - continua Kalinina - Sono felice però di avercela fatta". Domani la finale contro la vincente del match Rybakina-Ostapenko: "Adesso devo recuperare. Non è ancora finita, affronterò comunque una top player. In questo torneo non è mai facile, ma ho sensazioni bellissime, è nuovo per me competere a questi livelli".
"Perché non ho stretto la mano a Veronika Kudermetova? Il motivo non è segreto, lei è russa: questo è sport, ma c'è anche un che di politico. Non c'è nulla di personale, ma la guerra è inaccettabile". Parola di Anhelina Kalinina. "Chi ho aiutato in Ucraina? Non è una cosa che voglio rendere pubblica. Non sono troppe persone, comunque - continua lei -. Tutta la mia famiglia ora è a Kiev, i miei genitori insegnano tennis. Qualche giorno fa c'è stato un grande bombardamento vicino al campo da allenamento: loro vivono così". I suoi nonni vivevano a Nova Kakhovka, nei territori occupati dai soldati russi, "ma ora tutti i miei parenti sono a Kiev - spiega Anhelina - Era impossibile rimanere a vivere lì. C'erano troppe armi e troppi soldati vicino a casa loro. Per loro è stato difficile, vivevano là da 65 anni".
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