Un tempo di Italia non basta ad alimentare le speranze di Roberto Mancini di consolarsi e rilanciare la sua nazionale dopo le delusioni mondiali: contro la Spagna finisce 2-1, lo stesso risultato che dopo l'Europeo vinto segnò la fine della lunga imbattibilità del ct, la finale contro la Croazia è della Roja. Che, come ammette Mancini a fine partita, ha meritato per aver giocato meglio.
Eppure l'Italia vista nei primi 45' aveva creato tanti problemi alla squadra di de la Fuente, rispondendo alla sua voglia di attacco con ripartenze precise, tranne che nella finalizzazione. E nella ripresa Frattesi, bella novità della serata, ha avuto sul sinistro la più clamorosa delle occasioni, quando la partita era sull'1-1.
Ma proprio la ripresa, oltre ai segnali di logoramento di Bonucci e alla serataccia del subentrato Chiesa, è il dato più negativo. Tornata dal rivoluzionario 3-5-2 alla solita difesa a quattro, l'Italia ha di fatto smesso di giocare, lasciando il pallino in mano alla Spagna. Che ora si giocherà il trofeo con la Croazia, mentre l'Italia resta a Enschede per la finalina di domenica contro l'Olanda.
Alle formazioni, Mancini sorprende non nei nomi ma nell'assetto: da parte il consueto 4-3-3, di fronte all'unica punta spagnola (Morata) e ai tanti incursori di centrocampo il ct preferisce una difesa a tre, con Di Lorenzo e Spinazzola esterni tra difesa e spinta. Ritmo e occasioni non mancano, nonostante le due squadre siano alla fine di una lunga e faticosa stagione.
Pronti via, la Spagna aggredisce e l'Italia regala. Su un passaggio indietro il pressing mette in difficoltà prima Acerbi poi Donnarumma, ma è Bonucci a ritardare lo scarico: ne approfitta Yeremy Pino, che ruba palla e si trova la via della porta spalancata. E' 1-0 dopo poco meno di tre minuti. Mancini in panchina si infuria, e anche in campo gli azzurri reagiscono. La difesa spagnola lascia spazi a ripartenze. Così al 7' Jorginho pesca Zaniolo in area, l'ex romanista scarica il sinistro al volo e Le Normand lo stoppa di mano: rigore inequivocabile, Immobile dal dischetto è preciso e spiazza Unai Simon per l'1-1.
Il pari dà la scossa, al 21' arriva anche il raddoppio, in azione fotocopia: lancio di Jorginho, Frattesi si infila nello spazio e batte Unai: peccato che la tecnologia lo peschi in fuorigioco di pochi centimetri.
A rendere la partita apertissima è la sfacciataggine d'attacco spagnola e una ritrovata verve azzurra nelle ripartenze. Così Morata impegna Donnarumma di testa alla mezzora, ma subito dopo Barella manca di poco l'assist in area a Zaniolo (34') e Immobile lanciato nello spazio spreca da destra con un tiro-cross troppo lungo per l'accorrente Barella (37'). Al destro in area di Morata, bloccato da Donnarumma, risponde in chiusura di tempo un destro al volo, alto di poco, di Toloi. Al rientro, i due ct provano a cambiare verso alle rispettive partite:
Mancini torna alla difesa a 4 con Darmian per Bonucci, più Dimarco per uno Spinazzola in difficolta'. De la Fuente invece si affida ad Asensio, subentrato a Rodrigo. Scelta, questa, più efficace. E infatti nei primi cinque minuti la Spagna va vicino al vantaggio due volte: su Merino, pescato da Asensio, e' reattivo Donnarumma, prima che Morata scarichi la girata larga sul palo; poi il portiere azzurro esce male e offre a Rodri la palla per una mezza rovesciata, appena alta sulla traversa.
La pressione costante della Spagna induce Mancini ad altri cambi: Cristante per Jorginho, in chiave di copertura, e dentro Chiesa ma per Immobile, non per Zaniolo: scelta poco efficace, lo juventino non entra in partita. E infatti alla mezzora la grande palla gol nasce sull'asse Zaniolo-Frattesi: gran sinistro al volo sotto porta del secondo, Unai Simon è molto reattivo nella respinta d'istinto. La fatica costringe poi il centrocampista del Sassuolo, tra i migliori, a uscire (entra Verratti) e trasforma la partita in un copione fatto solo di fiammate. Come la girata di Morata su assist di Jordi Alba, a 10' dalla fine dei regolamentari, deviata in angolo da Acerbi. Casuale come è diventata, la partita non può che decidersi per un doppio rimpallo. Mancano 2' alla fine, palleggio spagnolo e cross di Jordi Alba, sul tiro di Rodri (lo stesso di Istanbul) un doppio tocco azzurro libera il neoentrato Joselu sotto porta: 2-1, e in finale va la Spagna.
Riproduzione riservata © Copyright ANSA