Ha esultato, gioito e a detto degli azzurri "ispirato" la storica vittoria dell'Italrugby al Sei Nazioni. Alla vigilia dell'atteso voto in Abruzzo, la Premier si è concessa una parentesi sportiva, assistendo al match all'Olimpico tra la Nazionale guidata da Gonzalo Quesada e la Scozia: una partita diventata impres,a perché da undici anni gli azzurri non vincevano in casa nel prestigioso torneo e dalla tribuna fino agli spogliatoi la premier ha fatto festa grande, complimentandosi di persona con la squadra e intonando pure il 'po po po', l'inno-tormentone del trionfo degli azzurri del calcio al mondiale 2006.
"Avere la presidente del Consiglio con noi è stato un gesto bellissimo e apprezzato - ha detto il capitano dell'Italrugby, Michele Lamaro -. Le parole che ci ha detto nello spogliatoio sono state di grande ispirazione". La sua presenza è un "messaggio forte", e Lamaro è sicuro "che si sia divertita anche lei". E anche la presidente del consiglio ha elogiato la nazionale: "Per chi tifa l'Italia, sia come nazione che come nazionale di rugby è un'emozione particolare. Ringrazio questa squadra straordinaria che ha combattuto fino all'ultimo regalandoci cardiopalma e tanto entusiasmo. La nazionale di rugby è il simbolo di un'Italia che vince e che ce la mette tutta, che sa non demordere, che non si dà mai per vinta e che sa che deve guadagnarsi ogni singolo centimetro col lavoro e col sudore. In generale il rugby è una bellissima metafora della vita e dell'Italia che tutti quanti vogliamo e che cerchiamo di costruire".
E il successo sulla Scozia rilancia l'Italia per l'ultima sfida del Sei Nazioni: "L'ultima cosa che vogliamo è arrivare ultimi un'altra volta. Andremo in Galles per dare battaglia", promette il capitano, che aveva 14 anni nel 2013 quando l'Italia ottenne la sua ultima vittoria casalinga. I cambiamenti apportati dal tecnico Quesada cominciano a vedersi e dopo il gioco è arrivato anche il successo: "Il merito più grande è dei giocatori e di tutto lo staff. Questo gruppo sta facendo un lavoro straordinario. E' solo l'inizio, io non ho trasformato niente". L'allenatore si dice semmai fiero "di aver provato a convincere i giocatori che la strada che immaginavo fosse la migliore per loro. La mia felicità è stata aver visto piangere tutti i giocatori e lo staff a fine partita. Dobbiamo approfittare di questo momento e provare a fare ancora meglio. L'Italia è una squadra di pazzi, farà parlare di sè e arriverà dove non è mai arrivata".
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