/ricerca/ansait/search.shtml?tag=
Mostra meno

Se hai scelto di non accettare i cookie di profilazione e tracciamento, puoi aderire all’abbonamento "Consentless" a un costo molto accessibile, oppure scegliere un altro abbonamento per accedere ad ANSA.it.

Ti invitiamo a leggere le Condizioni Generali di Servizio, la Cookie Policy e l'Informativa Privacy.

Puoi leggere tutti i titoli di ANSA.it
e 10 contenuti ogni 30 giorni
a €16,99/anno

  • Servizio equivalente a quello accessibile prestando il consenso ai cookie di profilazione pubblicitaria e tracciamento
  • Durata annuale (senza rinnovo automatico)
  • Un pop-up ti avvertirà che hai raggiunto i contenuti consentiti in 30 giorni (potrai continuare a vedere tutti i titoli del sito, ma per aprire altri contenuti dovrai attendere il successivo periodo di 30 giorni)
  • Pubblicità presente ma non profilata o gestibile mediante il pannello delle preferenze
  • Iscrizione alle Newsletter tematiche curate dalle redazioni ANSA.


Per accedere senza limiti a tutti i contenuti di ANSA.it

Scegli il piano di abbonamento più adatto alle tue esigenze.

Morta Lea Pericoli, la Divina del tennis italiano

Morta Lea Pericoli, la Divina del tennis italiano

L'infanzia in Africa, il look rivoluzionario, la lotta al cancro

ROMA, 04 ottobre 2024, 15:07

Redazione ANSA

ANSACheck
Lea Pericoli in una immagine di archivio - RIPRODUZIONE RISERVATA

 Il tennis italiano dice addio a Lea Pericoli, la Divina. Così l'aveva soprannominata Gianni Clerici, per l'eleganza che emanava in campo e nella vita. E ancor più oggi, nel giorno del lutto per la sua morte a 89 anni, riaffiora il ricordo delle sue tenute, un inno a grazia e bellezza: gonnelline in piume di struzzo, visone, petali di fiori. Capi firmati, che spesso meritavano la prima pagina quanto i successi sportivi. Ma con la racchetta tra le mani Lea si trasformava.


    Pioniera del tennis moderno non solo nell'abbigliamento, diventava tenace e combattiva. Nata il 22 marzo 1935 a Milano, era però cresciuta in Etiopia, dove si era trasferita a due anni con la mamma Jole, al seguito di papà Filippo, in Africa per lavoro. E ad Addis Abeba aveva scoperto il tennis, su un campo fatto costruire dal padre. Tornata in Italia, lo sport non era la sua unica attività: lavorava come segretaria in una ditta di import-export a Milano.

 

 

Nel suo palmares 27 titoli vinti ai Campionati italiani. Per ben quattro volte negli ottavi di finale nel singolare al Roland Garros, è poi arrivata in semifinale nel doppio e nel doppio misto. A Wimbledon per tre volte è entrata negli ottavi nel singolare, due volte nel doppio misto e una volta nei quarti nel doppio. Si era ritirata a 40 anni, dopo essere stata per un ventennio regina del tennis in Italia, alla cui diffusione e popolarità ha contribuito più di chiunque altro.

 

L'italiana Lea Pericoli (S) e la tedesca Renate Ostermann al torneo di tennis di Mosca, circa 1960

 


    Lasciata la racchetta per la penna ed il microfono, aveva confermato la sua classe innata in ambito giornalistico segnalandosi per competenza, professionalità e buon gusto. In tv fu la prima donna a commentare una partita di tennis su Telemontecarlo. E scrisse per 'Il Giornale', dopo essere stata scoperta da Indro Montanelli. Appassionata giocatrice di golf, non va dimenticato il ruolo di testimonial nella lotta al cancro, nel quale l'aveva coinvolta Umberto Veronesi: malattia che aveva vissuto sulla propria pelle, e battuto. Nel 1973, sei mesi dopo l'operazione per un carcinoma, riconquistò il titolo italiano.
    Pericoli fu protagonista, tra gli anni '55 e '75, di un tennis ben lontano dai premi milionari di oggi, dove al massimo si poteva aspirare ad un invito e il viaggio pagato. "Ma c'era tanta allegria, tanta voglia di vivere, di vincere e battere pure la fame" aveva ricordato in occasione degli 80 anni. E poi le sue famose tenute. Non negava di aver acquisito notorietà anche grazie a questi vestiti molto particolari, stravaganti. Consapevole, però, che non bisognava esagerare, soprattutto contro avversarie molto forti, "come Billie Jean King", raccontava, perché "se perdi con un vestito un po' ose' la stampa ti crocifigge". Alcune sue 'mises', disegnate dallo stilista inglese Ted Tinling, sono esposte nel Victoria and Albert Museum di Londra. 

 

 


   

Pietrangeli: "Una sorella e una compagna di vita"

"Lei per me è stata una sorella ed una compagna di vita. Non bastano le parole per descrivere cosa provo". Nicola Pietrageli ha la voce rotta al telefono con l'ANSA, ricordando Lea Pericoli, morta oggi a 89 anni. "L'ultima volta ci siamo visti lo scorso anno alle Finals a Torino. Poi Lea si era un po' chiusa in sé stessa - aggiunge Pietrangeli con evidente commozione - Soffro perché non potrò neanche andare al funerale. Sarò criticato ma spero che la gente capisca".

 

 

I 'vestitini' esposti Victoria & Albert museum

In una intervista rilasciata al Corriere della Sera, Lea Pericoli disse che i suoi "vestitini" erano esposti al Victoria & Albert museum. "Il sarto più in voga dell’epoca, che per me confezionò (con intelligenza) cose arditissime! Papà, che era un uomo coraggioso ma molto severo, s’incavolò di brutto: Lea, scostumata, adesso vai a lavorare! Il primo anno a Wimbledon, era il ‘55, venivano tutti in processione a vedere le mie mutande di pizzo. La Federazione italiana minacciò di squalificarmi!"

 

 

Riproduzione riservata © Copyright ANSA

Da non perdere

Condividi

O utilizza