Un pareggio che vale come una sconfitta, utile solo a interrompere la caduta libera del Manchester City, ma non ha placare la rabbiosa frustrazione di Pep Guardiola che - al termine del pareggio casalingo contro il Feyenoord - si è presentato davanti alle telecamere con la testa e il volto ricoperti di graffi. A svelare il mistero è stato lo stesso tecnico catalano che ha ammesso di essersi procurato lui stesso le lesioni: "Mi volevo fare del male".
Una reazione furiosa di autolesionismo (per la quale oggi si è scusato via social con le persone che soffrono di questa patologia: "non intendevo minimizzare la gravissima questione"), dopo l'ennesima delusione di una stagione che all'improvviso pare essersi inceppata: mai una squadra di Guardiola aveva perso cinque partite di fila, mai negli ultimi anni il City si era ritrovato a questo punto della stagione così lontano dal vertice in Premier League (-8 dal primo posto occupato dal Liverpool), mai come questa volta rischia l'uscita anticipata in Champions League (i Citizens sono 15esimi, con otto punti dopo cinque giornate).
A fine partita Guardiola è stato costretto ad ammettere che i campioni d'Inghilterra, senza vittorie ormai da un mese, sono fragili e vulnerabili, principalmente a livello mentale. Solo così si può spiegare la rimonta subita dagli olandesi, sotto di 3-0, eppure capaci nell'ultimo scampolo di partita all'Etihad stadium di raggiungere la parità. Una beffa per il City, dominatore della partita per lunghi tratti, ma ancora una volta punito - anche oltre le proprie colpe - da amnesie difensive.
A parziale alibi dei Citizens, i molti infortuni subiti in questa prima parte di stagione, a cominciare dal neo-Pallone d'Oro Rodri. Così come il procedimento giudiziario, intentato dalla Premier, per la presunta violazione del fair play finanziario in ben 115 occasioni: in caso di condanna il City rischia persino la retrocessione. Un quadro di non serenità che la settimana scorsa Guardiola aveva sperato di rasserenare ufficializzando il prolungamento del suo contratto fino almeno al 2025 (con opzione di un anno).
Tentativo clamorosamente fallito, alla luce della fragorosa sconfitta casalinga di sabato scorso contro il Tottenham, e del pari contro il Feyenoord, destinato a complicare il cammino europeo. Difficoltà che accomunano il City ad altre grandi del calcio europeo (come il Paris Saint Germain e il Real Madrid), che non sono ancora riuscite a prendere le misure con la nuova formula della Champions League.
Nel caso degli inglesi, però, la crisi sembra decisamente più grave. E domenica incombe la trasferta di Anfield che rischia di far precipitare i campioni d'Inghilterra a -11, con annesso implicito addio al quinto titolo nazionale consecutivo.
Guardiola e le polemiche sul graffio, "autolesionismo è una cosa seria"
Pep Guardiola prova a mettere un freno alle polemiche che lo hanno coinvolto per una battuta pronunciata in diretta tv dopo il pareggio di ieri in Champions League del suo Manchester City con il Feyenoord. L'allenatore catalano aveva diversi graffi sulla fronte e uno sul naso, e ci ha scherzato su: "Volevo farmi del male", aveva detto. Immagini e battuta hanno fatto il giro di tutti i media con qualche polemica legata al tema dell'autolesionismo.
Così oggi Guardiola è tornato sulla questione: "Sono stato colto alla sprovvista con una domanda al termine di una conferenza stampa ieri sera su un graffio che era apparso sul mio viso e ha spiegato che un'unghia tagliente aveva accidentalmente causato questo. La mia risposta non era affatto intesa a minimizzare la gravissima questione del l'autolesionismo", ha spiegato sui social. "So che molte persone lottano con problemi di salute mentale ogni giorno, e vorrei cogliere questo momento per evidenziare uno dei modi in cui le persone possono cercare aiuto, chiamando" dei gruppi di sostegno, ha aggiunto. Nel corso dell'incontro Guardiola si teneva la testa tra le mani scuotendola vistosamente dopo che un errore di Josko Gvardiol aveva regalato il primo gol al Feyenoord.
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