Quando dal palco sono partite le note di 'Incontriamoci di nuovo' qualcuno non ha trattenuto le lacrime. Anche tra le cantanti avvolte nell'hanbok bianco e rosa, il tradizionale abito coreano: il concerto della Samjiyon Orchestra, la prima delle due esibizioni 'olimpiche' del gruppo di cantanti nordcoreane arrivate al Sud si è trasformato in un inno alla pacificazione. Al Gangneung Art Center, nella località sulla costa che ospita le gare del ghiaccio dei Giochi invernali di PyeongChang, i 600 che erano riusciti ad accaparrarsi i biglietti (in 150.000 avevano tentato via internet) hanno omaggiato e applaudito le star di oltre confine che hanno emozionato cantando brani pop sudcoreani, ma anche medley di arie celebri e canzoni americane e russe. Proprio a simboleggiare la volontà di superare barriere e inneggiare al dialogo. Eppure al loro arrivo la squadra di artiste era stata accolta da qualche protesta dei coreani non favorevoli al dialogo. "E' come se ci stessimo riunendo con i nostri genitori o fratelli separati. Condividiamo lo stesso sentire, che noi siamo un paese e un popolo", lo scambio di battute con alcune delle artiste nordcoreane. Uno show di novanta minuti - otto le cantanti sul palco, dietro la numerosa orchestra tutta rosa -, cominciato con un brano molto noto al Nord, eseguito da otto cantanti: poi spazio a canzoni del Sud, ma anche brani classici come 'Il lago dei cigni' di Cajkovskij, la Carmen di Bizet e la sinfonia numero 40 di Mozart. L'ultimo brano eseguito sul tema della separazione e del riavvicinamento - con chiaro riferimento alla storia delle Coree - ha suscitato emozioni. Il fatto che nel repertorio delle artiste di Pyongyang ci fossero pezzi americani, russi o del Sud è stato letto come un messaggio di pace. Domenica l'Orchestra di Samjiyon terrà la sua seconda e ultima esibizione in Corea del Sud al National Theatre of Korea di Seoul. Martedì il ritorno al nord.
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