"Sono sconcertata ed amareggiata di
fronte al quadro che si sta disegnando in questi giorni dello
sport che da sempre amo. E' giusto far chiarezza su questa
vicenda ed eventualmente prendere i dovuti provvedimenti. Io
però, non mi ci ritrovo proprio in certi racconti". Laura
Zacchilli, ex azzurra della ritmica che in pedana con l'Aurora
di Fano ha vinto dieci scudetti e con la selezione italiana ha
partecipato da riserva alle Olimpiadi di Sidney, gareggiando a
quelle di Atene e attualmente ricopre il ruolo di tecnica
proprio nella società fanese, interviene così a difesa del suo
sport, travolto dalla denunce per presunti maltrattamenti
psicologici delle atlete e che ha portato al commissariamento
dell'Accademia di Desio.
"Intanto parliamo di una disciplina in cui ad alti livelli il
fisico e l'aspetto estetico assumono un'importanza primaria -
sottolinea Zacchilli -, per cui è normale che sia necessario
osservare un rigoroso regime alimentare e che più si alza
l'asticella della competizione e maggiori sono i sacrifici
richiesti per raggiungere l'obiettivo sportivo. Io ho fatto
tantissimi sacrifici ed è successo anche a me di essere ripresa,
come a moltissime altre mie colleghe, ma quelle sollecitazioni
non le ho mai nemmeno lontanamente percepite come vessazioni ed
anzi sono state per me un ulteriore stimolo per la mia crescita
umana e sportiva. Ho fatto quattro anni di ritiri a Follonica,
dove mi sono preparata pure per le Olimpiadi di Sidney ed Atene,
ed i ricordi che conservo di quelle esperienze sono solamente
positivi e li racconto col sorriso. I miei genitori li sentivo
tutti i giorni al telefono e loro avevano un confronto continuo
con Paola Porfiri, da sempre anima dell'Aurora Fano e dal 2017
Team Manager della Sezione Ritmica della Federazione Ginnastica
d'Italia, di conseguenza la situazione era assolutamente sotto
controllo e non sarebbero sfuggiti a nessuno episodi spiacevoli
o comunque troppo sopra le righe. A volte forse è più facile
puntare il dito contro, piuttosto che compiere un passo indietro
ed ammettere di non farcela".
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