"È doveroso dire grazie più di una
volta a Mariaclotilde. Per quel gesto meraviglioso, da vera
ambasciatrice dei valori del nostro sport, e non di meno anche
per la sobrietà con cui sta vivendo questo improvviso e
piacevolissimo momento di grande attenzione mediatica". Lo
scrive il presidente della Federazione italiana scherma, Paolo
Azzi, in una lettera privata indirizzata a Mariaclotilde
Adosini, ai suoi genitori e alla Polisportiva Scherma Bergamo,
per congratularsi dello splendido gesto di fair play nella prova
di coppa del mondo Under 20 di spada femminile svoltasi a
Beauvais, in Francia: l'azzurra, decretata vincitrice per un
errore arbitrale, ha accettato di tornare in pedana per l'ultima
stoccata e ha perso, tra gli applausi del pubblico
"La tua scelta di 'rinunciare' a un risultato ormai
acquisito, a termini di regolamento, e che nessuno ti avrebbe
tolto, è più importante di una vittoria", le parole di Azzi in
un passaggio della sua lettera per Mariaclotilde. "Il coraggio
di sacrificare un successo sull'altare della lealtà, dei valori
più alti che il nostro sport ci insegna, riconoscendo l'errore
umano che un arbitro può commettere (e non "approfittarne"), è
uno straordinario esempio per tutti noi che, non appena appresa
la notizia di quanto accaduto, anche da lontano abbiamo
applaudito con orgoglio ed emozione per la tua decisione.
Proprio come fatto dal pubblico francese - continua Azzi -. Non
di meno, mi hanno colpito e reso fiero le tue parole, riportate
sul nostro sito federale che custodirò come tesoro prezioso per
lo stile, l'eleganza e la sobrietà di frasi che inorgogliscono
quanto il tuo gesto".
"Da presidente della Federazione Italiana Scherma, da ex
atleta e arbitro internazionale, da persona nata e crescita
sulle pedane proprio come te, sento il dovere di dirti 'grazie'.
Hai rappresentato al meglio i nostri colori e tale gratitudine
voglio trasmetterla anche alla tua famiglia, al tuo maestro e
alla tua società. La scherma è lo sport dei valori e tu ne sei
stata la nostra ideale ambasciatrice", conclude Azzi.
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