Favorire l'inclusione digitale
all'interno delle comunità, partendo dai giovani: è questo
l'obiettivo di Sky Up The Edit, il progetto pensato da Sky che
grazie alla firma di un protocollo d'intesa ha ricevuto anche il
supporto del ministero dell'Istruzione e del Merito e del
ministro per lo Sport e i Giovani. All'appuntamento odierno,
incentrato sullo sport e tenutosi presso l'Istituto di
Istruzione Superiore Leonardo Da Vinci di Fiumicino (Maccarese),
l'ospite più atteso era il ministro per lo Sport, Andrea Abodi,
che si è messo a disposizione degli studenti per parlare di vari
temi. "Negli altri Paesi si fa molto più sport a scuola perché
gli viene dato un valore sociale. Anche senza la presenza dello
sport nella Costituzione si interpreta ciò che noi siamo
riusciti a fare pochi mesi fa", esordisce Abodi. Il progetto di
Sky offre agli studenti tra gli 8 e i 18 anni l'opportunità di
sviluppare le proprie conoscenze digitali attraverso la
realizzazione di un contenuto giornalistico su un tema
prescelto, che quest'anno sono i valori dello sport.
"L'obiettivo vero del lavoro che state facendo a scuola è
acquisire strumenti che vi permettano di essere artefici del
proprio destino - spiega Abodi - I voti scolastici non sono
obiettivi, ma strumenti, che possano fornirvi le chiavi del
vostro futuro. E questo passa da costanza, disciplina, come
nello sport. Questo non vi dà la certezza della vittoria, ma la
certezza di potervi giocare la partita". Al ministro sta molto a
cuore il percorso degli studenti-atleti: "Sono al lavoro a
riguardo con il Ministro dell'istruzione Valditara. In tante
parti della nazione arrivano segnali di mancanza di sensibilità
verso chi fa sport: il valore dell'attività sportiva non deve
essere considerato antagonista rispetto a quello scolastico".
Infatti chi fa sport "si assenta meno da scuola e raggiunge gli
obiettivi in maniera più sistematica. Vogliamo aiutare gli
studenti-atleti con una norma e una significativa struttura di
borse di studio". Quando una ragazza dal pubblico gli chiede se
lo sport può essere barriera contro violenza di genere, Abodi
risponde senza esitare: "C'è una parola chiave senza la quale
non si vive e non si fa neanche sport: rispetto".
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