Cresciuta a malloreddus e seada,
Marta Maggetti ha versato lacrime di gioia nell'acqua di
Marsiglia. L'oro nel windsurf, versione 4.0, è arrivato
"inatteso, avevo avversarie molto forti, in particolare
l'inglese (Emma Wilson, partita favorita e finita terza ndr) -
racconta la neo campionessa olimpica, 28 anni, cagliaritana - ed
è stato bellissimo. Un'emozione incredibile". Che condivide con
la sua terra, la Sardegna a cui dice di essere legatissima. Il
suo 'campo' di allenamento è l'acqua cristallina di casa, dove
vive, dove conserva le sue radici. E' per questo che nelle
dediche di questo oro c'è spazio anche per un monumento della
'sardità', uno dei più grandi calciatori di sempre, Gigi Riva,
scomparso lo scorso gennaio. Lui che da Leggiuno, Nord Italia,
ha scelto Cagliari e la Sardegna come terra d'adizione, fino a
diventarne uno dei suoi figli più amati.
"Gigi Riva è stato un grande per tutta l'Italia e per noi
sardi - dice l'azzurra - questa medaglia poi la dedico ai miei
familiari, ai tecnici, alla federazione, alle Fiamme Gialle che
mi consentono di praticare questi sport che amo". Dall'età di
otto anni, ispirandosi anche alla Sensini, che nel windsurf a
Sydney 2000 si laureò campionessa olimpica. "Alessandra è un
modello, ed è stato bellissimo vincere un oro 24 anni dopo il
suo" dice Maggetti che riconosce di avere l'indole indomita
della sua Sardegna. Ma vola basso, nonostante quella tavola, la
neo campionessa olimpica; "Nelle giovanili avevo vinto tanto, è
vero, ma questo oro è arrivato a sorpresa e non posso che essere
felice" sorride l'azzurra. A Marsiglia, a oltre 600 km da
Parigi, è risuonato l'inno di Mameli e sono solo sorrisi.
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