"Sono felice di essere stato
riconfermato, e soprattutto per il fatto che, sul 92% dei
presenti aventi diritto al voto, il 98% abbia votato per me, a
scrutinio segreto. Abbiamo dimostrato di essere un ambiente
compatto come non mai, e dobbiamo continuare a esserlo per
difendere la nostra realtà". Così Luciano Rossi all'ANSA dopo
essere stato rieletto (è in carica dal 1993) al vertice della
federazione italiana tiro a volo (Fitav), con 338 voti (97,69%)
e 8 schede bianche.
"La nostra è una realtà variegata - dice ancora il dirigente
umbro che è anche presidente della Issf, ente mondiale del tiro
-, ma al tempo stesso soggetta a obbligazioni e costringimenti
var. La nostra disciplina per andare avanti deve superare molti
ostacoli, e uniti li abbiamo superati. Nel 2022, quando fui
eletto al vertice della Issf, andai da Thomas Bach (presidente
del Cio ndr) e mi disse che noi a Los Angeles 2028 non ci
saremmo stati. Ho lavorato tanto, a livello italiano e mondiale,
insieme ai dirigenti e così, dopo aver mostrato coraggio nl
superare le difficoltà, siamo rientrati nel programma dei
Giochi. Il mio impegno c'è sempre stato e sempre ci sarà, in
particolare per difendere le società che, nel nostro paese, sono
tutte frutto di strutture private che vanno avanti con risorse
personali ma sono comunque sottoposte a mille adempimenti e cose
da fare. Ma il mio impegno è stato riconosciuto".
E ora in Fitav, eletto nel Consiglio con 247 preferenze, ci
sarà anche Ferdinando Rossi, figlio di Luciano, tiratore come il
padre e il nonno: "il nostro sport è anche un fatto di cromosomi
e spesso unisce di padre in figlio - commenta il presidente -.
Io ho ereditato questa passione da mio papà Ferdinando e l'ho
trasmessa a mio figlio. E' una cosa che ci è venuta naturale".
Il discorso vale anche per Fiammetta, altra 'erede' di Luciano e
più volte azzurra della Fossa, oro nel Mixed alle Universiadi di
Napoli.
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