Rinunciano a giocare a calcio per
mantenere il posto di lavoro. Due giocatrici dell'Arezzo calcio
femminile, squadra ai vertici del campionato di serie C, hanno
dovuto rinunciare ad allenarsi e giocare per non rimanere
disoccupate. La proprietà dell'azienda di cui sono dipendenti ha
infatti detto alle due atlete che, per motivi di sicurezza, non
si sentiva in grado di autorizzare le due calciatrici a
frequentare gli allenamenti e giocare la domenica.
"Se giocavano, poi non potevano andare al lavoro - ha
commentato il presidente della società Arezzo calcio femminile,
Massimo Anselmi -. Questa scelta ci ha messo in forte difficoltà
visto la bravura e il ruolo strategico delle due tesserate nella
nostra squadra. Da imprenditore capisco ma posso assicurare che
la sicurezza sanitaria è garantita al cento per cento". "Nella
nostra società, anche quando non erano obbligatori, vigevano e
vigono protocolli strettissimi. A tutte le giocatrici - ha
precisato Anselmi - vengono fatti i tamponi ogni venerdì, vanno
in campo e frequentano gli allenamenti solo se i tamponi stessi
sono negativi, e tutte le ragazze hanno comportamenti di vita
irreprensibili. Sono molto dispiaciuto per quanto accaduto,
perché le nostre giocatrici, in qualche modo, sono state
discriminate e costrette ad una scelta".
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