Le pagelle dello scudetto nerazzurro, il primo trionfo dell'era Suning e di Conte sulla panchina dell'Inter.
CONTE 10 - anche nei momenti più duri riesce a tenere la barra dritta, lì dove tanti prima di lui avevano fallito. Spegne le critiche sul bel gioco con un calcio tanto essenziale quanto efficace, riuscendo ad inserire la qualità di Eriksen e facendo crescere tutti i suoi uomini, da Lukaku a Barella fino a Bastoni ed Hakimi.
HANDANOVIC 6 - la media tra il 7 per le diverse partite in cui è decisivo e il 5 per l'ultima parte di campionato, in cui incappa in papere ed errori in serie. A quasi 37 anni, però, alza il suo primo trofeo con l'Inter.
SKRINIAR 8.5 - passa dalle tante panchine nel finale della scorsa stagione ad essere insostituibile. Merito suo, che dopo una annata complicata ha saputo rispondere sul campo con prestazioni sempre solide.
DE VRIJ 8.5 - pianista fuori dal campo, un muro dentro.
Miglior difensore del campionato 2019/20, si conferma a livelli altissimi gestendo la retroguardia nerazzurra al meglio.
BASTONI 8.5 - il difensore del futuro l'Inter lo ha già in casa. Corteggiato da mezza Europa, è stata la stagione della conferma: concreto in marcatura, fondamentale anche in costruzione, con la ciliegina dell'assist a Barella per il gol contro la Juve.
D'AMBROSIO 6.5 - poche presenze, tra infortuni e Covid, ma buone: segna anche tre gol pesanti contro Fiorentina, Genoa e Cagliari.
RANOCCHIA 6.5 - uomo spogliatoio, quando è stato chiamato in causa ha risposto sempre presente.
KOLAROV 5 - doveva portare un po' di esperienza in campo, si è notato solo per i tanti errori.
DARMIAN 7.5 - il perfetto simbolo del Contismo. Arrivato tra lo scetticismo generale, fa sempre il suo compito al meglio e si trasforma in uomo del destino nelle ultime gare, con i gol decisivi contro Cagliari e Verona.
HAKIMI 8.5 - la freccia sulla fascia che mancava. Dopo un periodo di adattamento, l'acquisto più costoso dell'ultimo mercato ha dimostrato di valere tutti i 40 milioni versati al Real Madrid: devastante in accelerazione, decisivo vicino alla porta con gol e assist.
YOUNG 6 - Partito titolare, a poco a poco ha perso posti nelle gerarchie di Conte a causa di qualche errore di troppo. PERISIC 7 - dalla Champions col Bayern alle diagonali difensive con l'Inter, altro emblema di sacrificio per la causa.
Entrato negli schemi, non ha più perso il posto, mettendo lo zampino in diversi momenti decisivi.
BARELLA 9 - l'anno della consacrazione. Corre, lotta, segna e fa segnare: il Nicola Berti dell'Inter di Conte, capace di esaltarsi nei big match. Un'energia che coinvolge e travolge chi gli sta intorno, un motorino instancabile che diventa trascinatore decisivo, alzando il livello in attesa di esprimersi al meglio anche in Europa.
BROZOVIC 8 - sul mercato sia in estate che a gennaio, ma a lui interessa poco. In campo è l'uomo d'ordine, fondamentale nel far girare al meglio la squadra e si nota soprattutto quando manca. Qualità e quantità, riducendo al minimo anche quelle pause che spesso lo hanno messo nel mirino dei tifosi.
ERIKSEN 7.5 - il corpo estraneo che diventa centrale. Dopo mesi di tentativi di inserirlo tra i titolari con nuovi schemi, è più lui che si adatta al calcio contiano che non viceversa: trova posto come mezzala nel 3-5-2 e con la sua qualità alza il livello dell'Inter.
GAGLIARDINI 6.5 - cambio prezioso soprattutto per difendere il risultato, un ruolo più secondario rispetto alla passata stagione ma sempre utile.
SENSI 6 - si pensava potesse essere l'annata del riscatto dopo i tanti problemi fisici, ma gli infortuni lo hanno ancora frenato.
VIDAL 5.5 - doveva essere l'uomo di Conte, fondamentale in campo per alzare il livello. Al netto del gol contro la Juventus (che vale mezzo voto in più), non solo ha avuto un impatto relativo ma è stato spesso dannoso.
LUKAKU 9.5 - sposta a sportellate tutta la Serie A. È lui il simbolo dello scudetto e non solo per i tanti gol. Fulcro centrale del gioco di Conte, a lui si appoggia tutta la squadra nei momenti difficili e non fa mancare mai il suo supporto. La lotta fisica è il suo mestiere, così come le progressioni brucianti: gli era bastato l'anno scorso per cancellare Icardi, ora è già nell'olimpo dei bomber interisti.
LAUTARO 9 - quando il gol non è tutto. L'argentino con Lukaku si trova alla perfezione, mette a ferro e fuoco tutte le difese italiane. Ma non solo, perché poi si traveste anche da Eto'o, in un lavoro di sacrificio in fase difensiva fondamentale nell'ultima parte di stagione, quando l'Inter inizia a sentire la stanchezza. Le sirene delle big continuano a farsi sentire, ora tocca al club blindarlo.
SANCHEZ 6.5 - si fa trovare pronto da comprimario in alcune gare chiave, come col Parma quando segna una doppietta pesante.
Uno dei pochi che salta l'uomo, non a caso spesso scelto da Conte in momenti complicati, da trequartista o da punta.
Padelli, Radu, Vecino, Pinamonti senza voto
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