II Milan è campione d''Italia. I rossoneri hanno vinto 3-0 in casa del Sassuolo, vanificando la vittoria sempre per 3-0 dell'Inter 3-0. 'Ce l'abbiamo fatta! Siamo Campioni!': è il tweet con cui il Milan celebra la vittoria del diciannovesimo scudetto, undici anni dopo l'ultimo titolo, postando la foto dell'esultanza di Leao uno dei giocatori simbolo del successo rossonero. Poi gioco di parole nell'immagine di copertina con la scritta "We are the Champ19ns". "Complimenti Milan. Quest'anno è stata una bellissima sfida. Ci vediamo l'anno prossimo": così l'Inter su Twitter ha voluto fare i complimenti al Milan.
Sassuolo-Milan, i cori rossoneri fuori dallo stadio di Reggio Emilia
MILAN CAMPIONE PER LA 19/A VOLTA
La festa può cominciare. Il Milan torna sul tetto d'Italia e undici anni dopo riconquista lo scudetto, il primo del dopo Berlusconi, il 19/o della sua storia. Un titolo meritato per quella che è stata la stagione dei rossoneri, sempre comunque ai vertici e con una continuità che alla fine ha premiato. Agli uomini di Pioli, grande artefice di questo successo, sarebbe bastato anche un pari, ma i rossoneri sono andati ben oltre, in modo perentorio, da grande squadra, trovando terreno fertilissimo in quel di Reggio Emilia contro un Sassuolo che non è riuscito a porre resistenza al travolgente avvio del Milan, subito in vantaggio dopo 17 minuti con Giraud, ma più in generale assoluto padrone del campo. Il Mapei Stadium teatro di questa sfida, si è subito trasformato in una piccola San Siro, con il tifo tutto schierato a favore del Milan come era logico aspettarsi. Un pubblico che è stato premiato dall'atteggiamento dei rossoneri che hanno subito aggredito il malcapitato Sassuolo.
Ma è la città di Milano a uscire in maniera trionfale dalla stagione: dopo lo scudetto dell'Inter è l'ora di festeggiare quello del Milan. Le due milanesi, che vincono l'ultima gara con lo stesso risultato di 3-0, hanno creato il vuoto: la Juve è in forte difficoltà, il Napoli cresce a piccole dosi, le romane non fanno il salto di qualità e l'Atalanta sembra a fine ciclo. Trionfo strameritato, il 19/o della gloriosa storia dei rossoneri e che è il primo dopo l'epopea berlusconiana, per una squadra giovane ed ambiziosa magistralmente diretta in campo da Pioli e assistita da un dirigente competente e appassionato come Paolo Maldini. Maignan, Tomori, Theo Hernandez e Tonali sono le colonne di una squadra che ha trovato in Leao un campione straripante che non sarà facile trattenere. Braccio terminale implacabile col Sassuolo è Olivier Giroud, autore di una doppietta che ha spianato lo scudetto. Ma sui tre gol c'è l'assist del migliore in campo, Leao. Ora ci vorrà qualcosa in più, in particolare in attacco, per disputare una Champions da protagonista. Ma oggi è il tempo di festeggiare un successo atteso per troppo tempo.
SCUDETTO MILAN: LA FUGA, LA RINCORSA, IL TRIONFO
La fuga, la rincorsa, il sorpasso e il sangue freddo nel testa a testa finale. È stata una cavalcata da montagne russe quella che ha permesso al Milan di centrare il diciannovesimo scudetto della sua storia, il primo dal 2010/11 per il club rossonero. Una annata caratterizzata nuovamente dalla rivalità con l'Inter e che ha visto proprio nello scontro diretto il punto di svolta per gli uomini di Stefano Pioli, capace di riportare il titolo nella sponda milanista del Naviglio. D'altronde, al 74' del derby giocato il 5 febbraio, i rossoneri erano potenzialmente a -7 dai rivali: poi la doppietta di Giroud in nemmeno tre minuti ha riportato in corsa Leao e compagni, dando uno slancio fondamentale nel testa a testa con i cugini. Un Milan che ha avuto la maturità e la forza di ribaltare, così, un campionato che sembrava nuovamente indirizzato verso l'Inter. I rossoneri avevano provato a dare uno strappo importante già a inizio stagione, quando avevano messo insieme 10 vittorie e un solo pareggio nelle prime 11 giornate in Serie A, toccando il +7 sui nerazzurri. Poi, però, il primo momento di appannamento, complice anche l'impegno in Champions League (con passaggio del turno solo sfiorato e ultimo posto nel girone), con le sconfitte, tra le altre, contro Sassuolo, Fiorentina, Napoli e Spezia che avevano portato non solo al sorpasso da parte dell'Inter ma addirittura alla fuga degli uomini di Simone Inzaghi in classifica.
Almeno fino al fatidico derby del 5 febbraio, in cui il Milan ha avuto il carattere di ribaltare una situazione che si stava complicando sempre di più, nella singola partita ma anche in classifica: prima della rapida doppietta di Giroud, come detto, i rossoneri erano potenzialmente a -7 dai rivali, trovandosi invece al 90' solo a -1, con il sorpasso concluso già nella giornata successiva, complice il pareggio nello scontro diretto tra Napoli e Inter. Da quel momento, il Milan non si è più voltato indietro, nonostante qualche ulteriore passaggio falso (come i pareggi con Salernitana, Udinese, Bologna e Torino) di cui tuttavia i rivali nerazzurri non sono riusciti ad approfittare a pieno. E, a dimostrazione anche della forza mentale degli uomini di Pioli, i rossoneri hanno reagito al meglio pure a quello che per molti era un altro crocevia importante, ovverosia la semifinale di ritorno di Coppa Italia, vinta per 3-0 dall'Inter. Sembrava potesse essere la svolta per gli uomini di Inzaghi. Il Milan però da quel ko ha messo in fila solo vittorie, battendo Lazio, Fiorentina e Verona in tre successi fondamentali nella corsa in vetta, anche grazie alla sconfitta dell'Inter nel recupero con il Bologna, e poi ancora Atalanta e Sassuolo nei 90 minuti finali che hanno assegnato il titolo. E così nella bacheca rossonera troverà spazio anche il diciannovesimo scudetto, il primo dell'era post-Berlusconi.
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