L'Atalanta operaia di Gasperini sbanca l'Olimpico con una perla del 19/enne Scalvini battendo la solita Roma sciupona e si rinsalda in testa alla classifica. La cronaca
Ma l'impresa maggiore è dell'Udinese che non si nasconde più, mette in fila il quinto successo di fila strapazzando i nerazzurri. A uscire con le ossa rotte dalla domenica degli scontri diretti, l'ultima prima della sosta, sono le due nemiche storiche, Inter e Juventus, che guardano allontanarsi la testa della classifica. Inzaghi è in discussione, Allegri ancora di più: i nerazzurri incappano nel terzo ko in trasferta, i bianconeri regalano il primo successo in A al Monza che fa piangere Galliani e rende orgoglioso Berlusconi. I tanti infortuni sono un alibi ormai poco credibile, il rosso a Di Maria rivela una confusione diffusa che sarà arduo debellare. Tirano un sospiro di sollievo la Lazio, che stravince a Cremona, e la Fiorentina che rinuncia alla prima punta e regola il Verona.
La Roma comincia ad handicap perdendo nel riscaldamento Dybala e con l'Atalanta gioca a specchio in una lunga fase di studio che si chiude col gioiello da fuori area di Scalvini. La Roma crea un'occasione con Ibanez e due con Abraham, ma l'inglese sciupa e al resto ci pensa Sportiello, subentrato a Musso. Nella ripresa la gara s'infiamma, Zaniolo chiede un rigore e l'arbitro Chiffi, molto incerto, espelle Mourinho per proteste. La Roma le tenta tutte, anche con Belotti e Shomurodov, ma il rapporto occasioni/gol è sempre deficitario. L'Atalanta festeggia un'impresa che consolida l'ambizione di tornare in Europa.
La differenza la fanno i numeri: per l'Udinese è il quinto successo consecutivo, per l'Inter il terzo ko di fila in trasferta. I pregi dell'una sottolineano i difetti dell'altra. Le circostanze sono sempre le stessa: in vantaggio, i nerazzurri finiscono 1-3. Barella disegna una punizione alla Maradona, ma la difesa non tiene. Inzaghi non si fida e sostituisce gli ammoniti Bastoni e Mkhytarian, ma non basta: c'è un autogol di Skriniar, a Dzeko viene annullato un gol. Ma alla distanza c'è solo Udinese: l'ingresso di deVrij è in linea con la sua stagione, pessimo. Deulofeu colpisce un palo, procura due assist per Bjiol e Arslan. E' il trionfo meritato di Sottil, per Inzaghi è l'ennesimo scivolone. Le prime piazze si allontano, la Champions è in salita. I primi responsi si avranno dopo la sosta con Roma e Barca. Quattro pareggi e terza sconfitta, dopo le due rovinose in Champions.
La Juve certifica la sua crisi perdendo la partita e i nervi pagando dazio alla voglia di riscatto di Monza che, con il neofita Palladino in panchina al posto di Stroppa, festeggia la prima vittoria in serie A lasciando a Cremonese e Samp l'ultimo posto in classifica. L'harakiri era nell'aria, leggendo la formazione di ripiego a disposizione di Allegri, prende corpo col puerile rosso rimediato dall'esperto Di Maria e si materializza col gol del danese Gythjaer, che anticipa Gatti e beffa Perin. Monza in paradiso, Juve in ginocchio con Allegri in tremenda difficoltà.
Perentorio riscatto della Lazio che, dopo le cinque sberle prese in Danimarca, risponde a tono all'ira di Sarri imbrigliando d'autorità la Cremonese. Bastano 21' a Immobile per chiudere la pratica con una doppietta che lo porta a cinque gol. Il centravanti e Milinkovic-Savic, autore di un assist e di un gol, traghettano la squadra a un netto successo (con sigillo finale di Pedro) che le permette di scavalcare la Juve e proiettarsi al settimo posto. Dopo tante traversie e un lungo periodo di appannamento la Fiorentina ritrova il sorriso, tre punti e un po' di tranquillità per Italiano. I viola passano subito con Ikone', poi Biraghi spreca un rigore che avrebbe potuto mettere in sicurezza il risultato. Tocca a Nico Gonzalez fissare il risultato e riportare in alto i viola.
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