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Figc vuole chiarezza su D'Onofrio, consiglio d'urgenza

Figc vuole chiarezza su D'Onofrio, consiglio d'urgenza

Federcalcio aspetta le carte AIA e della Dda, riunione martedì

ROMA, 12 novembre 2022, 19:48

Redazione ANSA

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L'arresto del procuratore capo dell'AIA, Rosario D'Onofrio, nell'ambito dell'inchiesta della Dda milanese per traffico internazionale di droga ha scosso il mondo del calcio, sollevando dubbi sulle procedure di ogni genere, interne ed esterne. Ha spinto anche a cambiare i programmi del presidente della Figc Gabriele Gravina che per la settimana non aveva impegni nella sede romana della Federazione dovendo seguire la nazionale (impegnata nelle due amichevoli con Albania, proprio nel giorno in cui cominciano i Mondiali in Qatar, e Austria). E' stata convocata per martedì mattina, infatti, una riunione d'urgenza del consiglio federale sulla vicenda. La seduta servirà a fare "una riflessione politica" e ad "approfondire" la paradossale storia di D'Onofrio, condannato nel 2020 e arrestato giovedì scorso per questioni legate al traffico di stupefacenti, ma promosso nel 2021 da membro della commissione disciplinare a capo dell''organo inquirente e requirente' dell'associazione arbitri (nella quale peraltro ha svolto incarichi dal 2009). Per questo la Federcalcio aspetta le carte dell'AIA su come è stato scelto D'Onofrio e le carte della Dda perché la procura federale coordinata da Chiné vuole andare fino in fondo. Il commissariamento dell'AIA, per ora, non è una prospettiva, perché la Figc vuole prima analizzare i fatti e capire dov'è possibile intervenire in quanto la nomina del procuratore capo è di esclusiva pertinenza del comitato nazionale su proposta del presidente dell'Aia. L'associazione italiana arbitri nel frattempo sta preparando gli incartamenti da presentare e dopo aver detto, con una dichiarazione all'Ansa, di essere stata tradita, in sostanza ingannata dal procuratore dalla doppia vita, ribadisce la totale estraneità dei fatti che hanno portato alla condanna di D'Onofrio già nel 2020, il quale non ha comunicato nemmeno tale provvedimento restrittivo della libertà personale mentre già ricopriva l'incarico di componente della Commissione disciplinare nazionale. L'AIA, inoltre, si definisce parte lesa perché vittima anche di un danno d'immagine non di poco conto. Ora si aspetta il consiglio di martedì per iniziare a fare luce sulla vicenda.

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