(ANSA-AFP) - LONDRA, 11 APR - Perché non ripetere, da
allenatore, il 'miracolo' calcistico che gli è già riuscito, nel
2012, da calciatore? Undici anni dopo se lo chiede Frankie
Lampard, che ha appena preso il posto dell'esonerato Graham
Potter sulla panchina del Chelsea. Una situazione che gli
ricorda quella di quando giocava e Roberto Di Matto divenne a
marzo il nuovo manager dei Blues, al posto del portoghese André
Villas Boas. Così arrivarono le rimonte contro Napoli e
Barcellona (in semifinale) nella Champions e poi l'incredibile
vittoria ai rigori nella finale di Monaco di Baviera che il
Bayern aveva la fortuna di poter giocare in casa e, invece,
perse. Allora perché non sperare che, a cominciare dalla doppia
sfida nei quarti contro il Real Madrid campione in carica (anche
il Barça, all'epoca, lo era), il miracolo si ripeta?
"C'è molto da fare, ma non si sa mai - le parole di Lampard
alla vigilia dell'andata contro 'le merengues' di Carlo
Ancelotti -. Mi ricordo che parcheggiammo il bus della squadra
al Camp Nou e tra di noi ci dicemmo che saremmo andati a
combattere per le nostre vite. Tenemmo duro e l'impresa ci
riuscì". Il segreto fu che "avevamo un grande desiderio,
altrettanto carattere e un livello alto di talento in un gruppo
che ha lottato per anni per vincere una Champions League e, alla
fine, ci è riuscito. Il concetto vale anche oggi - aggiunge -:
una squadra e un gruppo attraverseranno sempre momenti difficili
per arrivare a diventare grandi".
Per cercare di fare risultato al Bernabeu, Lampard punta su
Sterling, che ha faticato molto da quando si è trasferito dal
Manchester City lo scorso anno, segnando finora solo 7 reti con
la maglia del Chelsea. "È stato uno dei migliori esterni del
mondo per molto tempo - dice -, a volte, forse secondo
l'opinione di alcune persone, il migliore. Non ricordo quante
volte ho detto a giovani attaccanti esterni 'guarda Raheem
Sterling e scopri perché segna 20 gol a stagione'. Penso che sia
un grande giocatore, e conto su di lui". (ANSA-AFP).
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