"Ci aspettano due gare toste, sarà
importante partire forte contro la Macedonia e dare subito un
segnale sfruttando le nostre qualità". Lo ha detto Jack
Bonaventura parlando a Raisport dal ritiro di Coverciano, dove
sta preparando gli impegni di venerdì a Roma e lunedì a
Leverkusen con l'Ucraina che valgono le qualificazioni al
prossimo Europeo."Non saranno una passeggiata, siamo obbligati a
vincere il che non è mai semplice e a fare due grandi
prestazioni, c'è bisogno di questo - ha continuato il
centrocampista azzurro - C'è pressione ma ci siamo preparando al
meglio con il ct con riunioni e filmati per capire come
affrontare la Macedonia, che non va considerata un'avversaria
remissiva, e quindi l'Ucraina. Abbiamo anche rivisto la sfida
persa con l'Inghilterra, Spalletti ci ha mostrato cosa abbiamo
fatto bene e cosa no. Di certo stiamo insistendo molto sulla
aggressione all'avversario una volta persa palla, è qualcosa su
cui lui punta molto".
Come pure sull'apporto degli stessi centrocampisti.
"Dobbiamo in effetti giocare stretti, compatti, per difendere
bene e cercare subito di recuperare palla per andare
all'attacco. Il ct sta cercando di trasmettere tutti i suoi
principi anche se non c'è molto tempo". A 34 anni Bonaventura
prova ancora emozione alla vigilia delle partite, figurarsi
aspettando le prossime due. "Mi succede di essere emozionato
sia con la mia squadra sia in nazionale. In azzurro poi è ancora
tutto più forte, specie quando parte l'inno. In vista di venerdì
e lunedì non dobbiamo caricarci di troppa pressione e della
paura di sbagliare. In campo dovremmo prendere decisioni giuste
e rapide e questo si può fare solo se siamo liberi mentalmente".
Infine una battuta sulla Fiorentina: "Quando si gode della
fiducia totale di allenatore e società tutto diventa più facile,
anche al Milan in passato ho sempre giocato tanto tranne
nell'ultimo periodo per alcuni problemi fisici. Se non mi sono
espresso pure lì ai livelli attuali è dipeso anche da me. Forse
sono maturato un po' più tardi rispetto al solito ma va bene
così. Giocare tre anni con Italiano mi ha dato stabilità e
contribuito alla mia crescita. Il calcio poi cambia in fretta e
bisogna adattarsi velocemente".
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