Una partita praticamente inutile, ma che rimarrà indimenticabile per Niccolò Pisilli, classe 2004, in lacrime dopo il primo gol con la maglia della squadra per cui tifa da quando è nato e, parole sue, "cresciuto dentro Trigoria". LA CRONACA DELLA PARTITA
E' questo il succo di Roma-Sheriff Tiraspol, visto che sperare in una sconfitta dello Slavia a Praga con il Servette era solo un'illusione e infatti i cechi hanno servito il poker alla squadra di Ginevra.
Così Lukaku, a segno anche oggi, e compagni sono secondi nel loro girone e per continuare la loro avventura in Europa League dovranno passare attraverso lo spareggio, playoff come lo chiama l'Uefa, contro una squadra scesa dalla Champions. I 60mila dell'Olimpico, presenti anche oggi a testimonianza di una passione senza limiti, si augurano che il sorteggio di lunedì prossimo non abbini ai giallorossi una squadra tipo Benfica o il solito Feyenoord: nel lotto delle possibili avversarie ci sono formazioni più abbordabili. Ma è anche vero che, come dice Mourinho, chiunque arriverà non sarà poi così felice di aver trovato la Roma. Squadra che, va ricordato, anche l'anno scorso aveva dovuto giocare il play off ma poi era arrivata in finale. Corsi e ricorsi che nei sogni dei romanisti si ripetono.
Intanto in questa partita nel finale José Mourinho si è divertito a mettere dentro tanti 'bambini', e Pisilli lo ha ripagato con un gol, con un tiro su sponda di Lukaku, che ha fatto impazzire di gioia, e poi piangere, questo centrocampista centrale di piede destro che sembra molto promettente. Qualche bel movimento lo ha esibito anche Mannini, 17enne talento anche delle giovanili azzurre. Altra nota positiva, anche in vista di Bologna dove partirà titolare causa squalifiche e infortuni altrui, è che si è rivisto Belotti, autore del secondo gol romanista con un colpo di testa successivo a una bella iniziativa di Zalewski, oggi migliore in campo dei suoi. In precedenza c'era stata la rete di Lukaku, intervenuto in tap-in su assist sempre di Zalewski.
E il resto? Da rivedere Aouar, che dopo un primo tempo con un paio di buone intuizioni è uscito malconcio da un tackle e ha lasciato il posto ad El Shaarawy. In campo dall'inizio anche Renato Sanches, che ha avuto qualche spunto ma ha anche regalato un contropiede agli avversari, sul quale Svilar si è dovuto superare per evitare allo Sheriff di segnare. Come dire che sul portoghese è ancora bene andare molto cauti, ma non sembra proprio più il superman degli Europei vinti nel 2016.
Adesso, in questo calcio senza pause, la Roma deve subito concentrarsi sul Bologna, nella partita-spareggio fra le squadre che attualmente occupano il quarto posto, e che si presenta come un appuntamento da non mancare verso i possibili futuri ricavi, dalla prossima stagione ancor più 'corposi', garantiti dall'ingresso nell'Europa che conta. Ma José Mourinho guarda anche verso Dublino, dove sogna di portare la sua squadra a giocare la terza finale europea consecutiva. Cose che a queste latitudini prima del suo arrivo nessuno neppure immaginava.
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