Il nuovo anno inizia all'insegna del confronto all'interno del mondo del calcio, ma dello scontro politico attorno al calcio. Mentre i club di serie A hanno cominciato a discutere delle riforme con la Federcalcio, la critica di Cairo, presidente del Torino, alle politiche del governo e quelle di Berruto, responsabile sport Pd, al ministro Abodi provocano la reazione del responsabile sport.
"Il governo non è ostaggio di nessuno tuona Abodi - ci assumiamo la piena responsabilità delle scelte che facciamo, senza il condizionamento delle lobby".
Tutto parte dalla riunione informale del mattino tra Serie A e Federcalcio in Via Allegri per affrontare le riforme del mondo del pallone. In vista c'è l'assemblea straordinaria indetta per l'11 marzo dal presidente Figc Gabriele Gravina per modificare lo statuto con l'eliminazione, tra l'altro, "dell'intesa" prevista per qualsiasi modificazione dell'attuale statuizione dell'ordinamento dei campionati.
All'incontro, durato circa tre ore, hanno partecipato oltre al presidente della Figc, anche il n.1 della A, Lorenzo Casini con l'ad Luigi De Siervo ed i dirigenti delle società. Tra le pieghe del confronto, si è incastonato anche il malcontento della maggiore lega italiana nei confronti del Governo. "Sembra quasi che ci sia una volontà da parte dello stato di affossarci" il grido d'allarme del presidente del Torino, Urbano Cairo , che non manca di ricordare come la cancellazione del Decreto Crescita sia un danno per tutti "che non avvantaggia nessuno". Governo compreso.
Lo stop alle sponsorizzazioni da betting e il muro alla richiesta di una percentuale al calcio sugli introiti delle scomesse sono gli altri argomenti di Cairo. Sull'ultimo dei quali, parte pero' il contrattacco dal Parlamento. Il Pd, attraverso Mauro Berruto, chiede ad Abodi di riferire in Aula in quanto - secondo le parole del ministro nell'intervista a La Stampa - "vuole destinare al calcio" il fondo da costituire con la tassazione degli extraprofitti delle società di scommesse: il fondo - è la spiegazione - non verrebbe più rivolto ad iniziative di carattere sociale quali la "prevenzione alla ludopatia attraverso lo sport" come previsto invece da un provvedimento già votato da maggioranza e opposizione. A quel punto, arriva la risposta di Abodi, che parla di dichiarazioni "surreali" che rimproverano all'Esecutivo "da una parte, la volontà di affossare il sistema calcio e, dall'altra, di privilegiarlo". " Prima che la tensione salisse, il confronto tra la Serie A e la Figc, richiesto dalla Lega, si era svolto in un clima "costruttivo" secondo l'ad Inter, Beppe Marotta, per un percorso che però è ancora lungo. Una prima tappa che non sostituisce i tavoli con le altre leghe e componenti, annunciati da Gravina nel consiglio federale prima di Natale. Il presidente della Figc, poi, oggi ha ribadito anche quali siano le urgenze del calcio italiano e le soluzioni da trovare, spiegando cosa voglia dire eliminare "l'intesa". Tre, dunque, i temi principali all'ordine del giorno: sostenibilità, vivai e stadi. Si è parlato anche del sistema della mutualità e di come ridistribuirla per un incontro che Casini ha definito "interlocutorio", ma "positivo". "Si è parlato in termini generali dei problemi del calcio italiano che sono numerosi e di come poter intervenire per migliorarlo - ha spiegato il n.1 della Serie A -. Per il momento ci si è soffermati solo sulle proposte di miglioramento della sostenibilità economico-finanziaria, della competitività basata anche su quello che è il numero complessivo delle squadre professionistiche". Insomma, un primo appuntamento al quale ne seguiranno altri. Non a caso è prevista anche la presenza di Gravina il prossimo 26 gennaio nell'assemblea di Serie A.
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