Decade l'accusa di "corruzione" contro il Barcellona per il cosiddetto 'caso Negreira', l'inchiesta sul presunto pagamento di tangenti da parte del club catalano a José María Enríquez Negreira, ex vicepresidente del Comitato tecnico degli arbitri spagnoli (Cta).
È quanto disposto dai magistrati del Tribunale provinciale di Barcellona, in una risoluzione che revoca quanto precedentemente stabilito da un giudice istruttore.
Il motivo principale di tale decisione, spiegano ai giudici, è legata al fatto che il reato di "corruzione" è attribuibile solo in casi in cui sia coinvolto un soggetto con condizione di funzionario pubblico, ma questo non è il caso: la Federcalcio spagnola (Rfef), di cui fa parte il Cta degli arbitri, è infatti da considerare un soggetto privato.
L'accusa di corruzione attribuita inizialmente al Barcellona decade quindi anche nel caso dei suoi dirigenti ed ex dirigenti nel caso come indagati: tra loro ci sono anche l'attuale presidente del club, Joan Laporta e il suo predecessore Josep María Bartomeu.
In una risoluzione resa nota a settembre 2023, il giudice istruttore del caso aveva definito "accertato" che Negreira e suo figlio ricevettero tra il 2001 e il 2018 dal Barcellona pagamenti versati tramite "società terze", somme che sarebbero progressivamente passate da 70.000 a 700.000 euro annui.
"Il FC Barcelona si mostra soddisfatto per la risoluzione resa nota oggi dal Tribunale di Barcellona", afferma il club in un comunicato, "rimaniamo convinti che, attraverso la Giustizia, i fatti denunciati potranno essere definitivamente chiariti e l''assoluta innocenza del Club potrà essere provata".
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