"Un Milan dominante e offensivo per tornare a vincere": è la promessa di Paulo Fonseca ai tifosi rossoneri nel giorno della sua presentazione.
Fonseca non si nasconde, sa che il club rossonero punta in alto e nel presentarsi ripete più volte la parola 'vincere', anche per mandare un messaggio chiaro all'ambiente. Servono trofei al Milan per riaccendere una piazza che ha dovuto subire la vittoria della seconda stella nerazzurra proprio in un derby. Ma Fonseca assicura di essere pronto, carico e deciso a vincere e far divertire.
"Sono molto motivato ed emozionato, oltre che fiducioso di poter fare un grande lavoro. So di essere in un club che vuole vincere. Ho la consapevolezza che è una grande responsabilità - afferma il tecnico portoghese - ma anche un grande orgoglio. Il Milan è un club universale. Sono pronto ad iniziare questa nuova strada e non vedo l'ora di cominciare. Ho grande ambizione e voglio vincere". Accolto con freddezza dai tifosi che sui social avevano chiesto al club profili diversi come Antonio Conte, Fonseca vuole far ricredere i più scettici. Per questo pur riconoscendo che a Roma è stato "molto felice" parla dell'esperienza giallorossa come del passato.
La testa è tutta sul Milan e sulla costruzione di una squadra "dominante, coraggiosa, offensiva e reattiva". Certo, per fare un gioco spumeggiante che "non lascia pensare e giocare le altre squadre" con "un'identità forte" serviranno i rinforzi. Prima di tutto in attacco. "Tutti noi sappiamo che ne abbiamo bisogno. Insieme stiamo cercando di portare qui l'attaccante con le caratteristiche giuste. Se siamo una squadra che gioca negli ultimi trenta metri, dobbiamo avere un attaccante forte che possa muoversi libero. Sappiamo chi è il giocatore che vogliamo e lo aspettiamo qui a breve. La fretta è nemica della perfezione", ricorda Fonseca strizzando l'occhio al club che ha abbandonato la pista Zirkzee. C'è serenità e consapevolezza nella parole di Fonseca che si presenta in conferenza stampa parlando solo in italiano, senza bisogno di traduttore. Sono passati tre anni da quando ha lasciato l'Italia ma la capacità comunicativa non l'ha persa. Anche perché alle volte alcuni gesti contano più delle parole. Fonseca si presenta in sala stampa in giacca e cravatta e con la bandiera dell'Ucraina puntata su petto.
"Abbiamo la responsabilità di non dimenticare cosa sta succedendo in Ucraina", spiega durante la conferenza. Un modo anche per ridare giusto equilibrio alle cose e sfruttare un grande palcoscenico per gli aspetti più importanti. Poi però si torna sempre a parlare di calcio e di prospettive. Fonseca arriva alla guida di un Milan che pur arrivando secondo in classifica ha optato per l'addio al suo predecessore. Troppi gli infortuni - aspetto su cui il club ha lavorato duramente assicura Ibrahimovic - e troppi i gol subiti. "Per vincere dobbiamo essere una squadra più equilibrata. Ho studiato la questione difensiva - spiega Fonseca - dobbiamo migliorare. Questo è relazionato con il modo di difendere. Ciò che posso dire è che vogliamo una squadra più aggressiva e che difende più lontana dalla nostra porta. Lavorerò per migliorare questa fase". Il lavoro è già iniziato, con il primo allenamento a Milanello. Non ci sono i big, causa Europei. Assente Leao su cui ci sono alte aspettative: "E' un giocatore importante per il Milan, decisivo. Mi aspetto un giocatore motivato, pronto per giocare per la squadra. Ha la possibilità di imparare a migliorare tutti i giorni, ma sempre per aiutare la squadra". E dopo gli addii di Giroud e Kjaer non sono ancora arrivati i sostituti. Per questo la Curva Sud ha disertato il raduno. Ci sarà tempo per entrare nel cuore dei tifosi. Ma il modo più semplice per Fonseca è ovviamente vincere.
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