Il tempo a disposizione è quasi finito. E se l'incontro di oggi tra il presidente della Federcalcio, Gabriele Gravina, e le componenti ha prodotto un documento condiviso per la modifica dello statuto sui temi dell'autonomia e del diritto di intesa, per quanto riguarda il discorso dei pesi politici in consiglio manca ancora la fumata bianca.
Per questo nel prossimo consiglio federale, quello del 28 ottobre, andranno discusse anche le percentuali e le rappresentanze delle componenti per produrre poi una proposta definitiva da votare nell'assemblea straordinaria del 4 novembre, quella che chiamata a rivoluzionare l'assetto del calcio italiano.
Nel frattempo Gravina, insieme al resto del tavolo di lavoro composto da Casini (Lega Serie A), Balata (Lega Serie B, collegato da remoto), Marani (Lega Pro), Abete (LND), Calcagno (Assocalciatori), Ulivieri (Assoallenatori) e Pacifici (Aia), si è voluto concentrare su due temi altrettanto importanti per la Federcalcio: appunto, autonomia e diritto di intesa.
Il documento ora dovrà andare al vaglio dell'assemblea della serie A, in programma venerdì. Nello specifico viene riconosciuta l'autonomia organizzativa dei campionati alle Leghe, a patto che le modifiche non incidano sulle altre componenti (ad esempio la Serie C può modificare il numero di squadre che accedono al playoff ma senza cambiare il numero delle promozioni).
Ma c'è una novità rispetto alla riunione di venerdì scorso: su proposta di Giancarlo Abete, il famoso diritto di veto, o 'd'intesa', che la federazione voleva riconoscere a tutte le Leghe, è stato lasciato, con l'accordo di tutti, solo per la A su quelle che sono le materie di specifica competenza della massima Lega (come le licenze nazionali, la lista degli extracomunitari o i principi informatori).
Secondo la Federcalcio è un modo per riconoscere al massimo campionato italiano il proprio ruolo di guida nel movimento del calcio in attesa che le parti si addentrino poi nella discussione dei pesi politici, quella più delicata e sulla quale la serie A insiste maggiormente. Venerdì ci saranno le assemblee di A e B che serviranno a preparare anche il terreno in vista del consiglio federale del 28 ottobre. Oggi la Serie A vale il 12% dei voti disponibili. Percentuale che la massima Lega ritiene troppo leggera. Il resto della torta è poi così diviso: alla B spetta il 5%, alla Lega Pro il 17, ai dilettanti il 34. Completano il quadro i calciatori con il 20%, gli allenatori al 10 e gli arbitri con il 2. Valori che si riflettono sul numero dei consiglieri federali. La composizione dei 21 (20 più il presidente) è oggi così suddivisa: 3 membri in rappresentanza della Serie A, 1 per la B, 3 per la Lega Pro, 6 per la Lnd, 4 per i calciatori, 2 per i tecnici e 1 per l'Aia. Numeri sui quali lavorare nelle prossime ore.
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