Ha parlato di magia Raffaele
Palladino e in effetti quello che sta vivendo la sua Fiorentina
è un momento magico. A dimostrarlo la continuità di risultati e
prestazioni che l'ha catapultata nelle posizioni di vertice
della classifica, a quota 22 punti, a soli tre dalla capolista
Napoli e a due dall'Inter seconda. Anche dopo la vittoria
conquistata ieri in casa del Torino, la quinta consecutiva in
campionato, la terza di fila in trasferta dopo il 6-0 a Lecce e
l'1-0 a Genova, il tecnico viola ha predicato umiltà. Pur
ammettendo, a domanda precisa, che la propria squadra ''ha gli
anticorpi per restare a lottare lassù. Ancora non abbiamo fatto
niente e non bisogna mollare di mezzo centimetro, però - ha
ammesso - è un bel momento e si è creata una magia nello
spogliatoio''. Dopo un inizio difficile certificato da tre
pareggi (con Parma, Venezia e Monza) e una sconfitta (sul campo
dell'Atalanta) la Fiorentina ha iniziato a volare trovando
fiducia, compattezza, carattere, identità: la svolta è stata
nell'intervallo della gara al Franchi con la Lazio quando, in
svantaggio per 1-0, i viola ridisegnati dal loro allenatore,
hanno rimontato grazie alla doppietta su rigore di Gudmundsson
al debutto con il suo nuovo club.
Da allora è stato un crescendo e Firenze è ebbra di gioia: da
quel ko per 3-2 subito a Bergamo a metà settembre, che per
adesso rimane il primo e unico di questa stagione dopo 15
partite fra Serie A e Conference League, la Fiorentina ha vinto
otto delle ultime nove partite (pareggiando 0-0 il derby di
Empoli) e messo assieme una striscia di sette successi
consecutivi con 21 gol realizzati e appena 4 subiti. Si spiega
anche così l'esplosione del gruppo di Palladino, con la capacità
dello stesso allenatore (umile e coraggioso a rivedere il
proprio credo tattico) di sfruttare nel migliore dei modi le
capacità realizzative di un Kean voglioso di rilanciarsi dopo un
anno buio nella Juventus e la solidità in fase difensiva grazie
al carismatico De Gea, alla crescita dei due difensori frutto
del vivaio Ranieri e Comuzzo, alla verve del brasiliano Dodo in
odor di nazionale, all'esperienza di Gosens. Per non parlare di
quei giocatori, da Adli a Bove fino a Cataldi, decisi a
dimostrare tutto il loro valore dopo essere stati
frettolosamente messi alla porta da Milan, Roma e Lazio.
Una Fiorentina che ha iniziato a correre (dal 2008 solo una
volta, nel 2015-16 con Paulo Sousa, aveva fatto meglio nei primi
11 turni di A) pur essendo priva da qualche settimana per un
infortunio muscolare del suo colpo più importante di mercato,
l'attaccante islandese Albert Gudmudsson, alle prese di nuovo
anche con la vicenda giudiziaria che lo vede coinvolto da tempo
in patria con l'accusa di 'cattiva condotta sessuale' (giusto
oggi la Procura di Reykjavik ha deciso di fare ricorso contro la
sua assoluzione stabilita lo scorso 10 ottobre, a questo punto
la sentenza definitiva non arriverà prima del giugno 2025). E'
l'unico neo di questo momento magico per la squadra di Palladino
che già oggi si è ritrovata al Viola Park, rinunciando
volutamente al giorno di riposo che avrebbe voluto concedere il
tecnico, per preparare la trasferta di Conference giovedì a
Cipro con l'Apoel con l'obiettivo di continuare a volare e a
sognare.
Riproduzione riservata © Copyright ANSA