La deludente prestazione del Milan,
fischiato dai tifosi dopo lo 0-0 casalingo di ieri contro il
Genoa, "é frutto delle prestazioni dell'ultimo periodo. Si
poteva pareggiare anche con la Stella Rossa, poi è arrivato
l'episodio fortunato all'ultimo minuto. Ma il nervosismo di
Fonseca a fine partita era stato un segnale". E' l'opinione di
Mauro Tassotti - per 36 anni di fila in rossonero, prima da
giocatore e poi da allenatore - ospite di Radio anch'io Sport
(Rai Radio 1).
"Tanti hanno avuto difficoltà dopo le coppe, ma ieri era una
partita da vincere. Ci sono molte squadre davanti, non sarà
semplice scalare la classifica - ha aggiunto l'ex difensore -
Arrivare in Champions per questo tipo di società è fondamentale.
Un anno di purgatorio in Europa League o Conference sarebbe
deleterio per tutto l'ambiente".
Il momento 'no' del Milan é dovuto anche, secondo Tassotti,
"a nuove realtà alle quali bisogna abituarsi. Le proprietà di un
tempo non ci sono più. Chi come me ha 60 anni, fa un po' fatica
ad accettarlo". "Fino all'anno scorso il Milan giocava un gran
bel calcio. I quattro anni con Pioli sono stati positivi: quando
il Milan giocava bene, era un piacere vederlo - ha sottolineato
- Per ora quel Milan non si vede. Credo sia giusto che Fonseca
non faccia sconti, è dovere dell'allenatore però recuperare
certi giocatori, anche se attraverso esclusioni che fanno
rumore. Con Leao è riuscita la cosa, con Theo stiamo a vedere".
Però per Tassotti "non c'è solo un colpevole se le cose vanno
così. Quello di Fonseca è stato un inizio travagliato, ci sono
state situazioni strane, in cui si è assunto responsabilità
forti. Abbiamo sentito poco la voce della società".
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