ll Giro d'Italia numero 100 è decollato sulla Maiella, prima di fermarsi e ripartire con la cronometro del 'Sagrantino', dove domani verrà scritta un'altra pagina importante del secolare romanzo rosa. Dopo essersi guardati negli occhi, studiati nell'uno contro uno, sui quasi 40 chilometri che da Foligno portano a Montefalco, i corridori si misureranno con loro stessi e con i propri limiti. Ma soprattutto contro il cronometro, che sarà il giudice supremo della sfida fra i vigneti e i colli dell'Umbria. "Mi sarebbe piaciuto correrla, questa cronometro - confessa Francesco Moser, che con il tempo ha sempre duellato, riscrivendo il record dell'ora sulla pista di Città del Messico (gennaio 1984) e conquistando a Verona il suo unico Giro d'Italia, proprio al termine di una cronometro che sancì il tracollo di Laurent Fignon -. Il percorso è bello, ondulato, ma non è proibitivo. L'uomo da battere, per me, è Tom Dumoulin, che può anche indossare la maglia rosa, visto che attualmente accusa un ritardo di soli 30" dal leader Nairo Quintana. E poi, sulla salita del Blockhaus, mi è sembrato in ottima forma, l'ho visto pedalare bene. Il percorso di domani è più adatto a lui. Anche Vincenzo Nibali, l'ex maglia rosa Bob Jungels e Bauke Mollema potranno far qualcosa. Quintana? Penso che baderà a difendersi. Non è la tappa per lui". Moser, che anche quest'anno segue il Giro d'Italia come testimonial e, prima della partenza di ogni tappa, assieme ad altri ex big del pedale, porta in giro gruppi di amatori, ammette che "non ci saranno distacchi abissali". Anche perché, come sempre, i corridori "dovranno rendere conto alle montagne".
Riproduzione riservata © Copyright ANSA