Insidiato dal covid, tartassato dal maltempo, il Giro d'Italia ha ripreso il suo cammino dopo una sosta segnata dal ritiro di Remco Evenepoel, che ha lasciato la maglia rosa a Geraint Thomas e rimescolato a fondo le carte per la vittoria finale. La decima tappa, che ha portato la carovana dall'emiliana Scandiano a Viareggio, non ha risparmiato nulla al gruppo, con pioggia battente per gran parte dei 196 km e numerosi ritiri, per covid o altro, che hanno ridotto di 25 unità il numero dei concorrenti rispetto a quelli al via alla prima tappa. Nel marasma, hanno preso quasi subito l'iniziativa Alessandro De Marchi, Magnus Cort Nielsen e Derek Gee, riuscendo a raggiungere il traguardo senza essere raggiunti dal gruppo e nella volata a tre si è imposto il danese della EF, davanti al canadese Gee e all'italiano. Thomas ha controllato, arrivando a ruota con una pattuglia comprendente gli uomini di classifica, tutti raccolti in una manciata di secondi.
L'uscita di scena di Evenepoel ha stravolto lo scenario e non mancano le premesse per vari altri scossoni, Oggi è stato costretto al ritiro durante la tappa il russo Aleksandr Vlasov, che era sesto in classifica. Non c'entra il covid, che però minaccia di incidere ancora sul gruppo, almeno come il meteo. Dopo che in mattinata gli organizzatori hanno confermato che venerdì prossimo, a causa del pericolo slavine, non si potrà valicare il Gran San Bernardo nella tappa Borgofranco d'Ivrea-Crans Montana, con la carovana dirottata nel tunnel italo-svizzero più in basso (e la Cima Coppi diventano così le Tre Cime di Lavaredo nella 19/a), oggi i corridori hanno cercato di evitare la scalata al passo delle Radici, dove erano previste piogge torrenziali, vento forte e una temperatura di 3 gradi. Il passaggio è avvenuto ugualmente, tra varie cadute e grandi rischi: due corridori sono stati investiti, senza conseguenze, da un'auto al seguito mentre un meccanico che attraversava la strada è stato travolto dall'italiano Bettiol. In tutto ciò, i tre in fuga hanno saputo tener dritta la barra senza cedere un metro agli inseguitori e nella volata finale De Marchi, stravolto dalla stanchezza, non è riuscito a reagire all'affondo di Cort Nielsen.
Per tutti tre è stata comunque quasi un'impresa d'altri tempi, tanto che il danese ha ammesso che "la giornata è stata terribile, una delle più dure che abbia mai vissuto in bici. Nonostante le difficoltà abbiamo continuato a spingere forte e ne è valsa la pena, ma è difficile credere che sia successo". Grazie a questa vittoria, ha completato il tris nei grandi giri dopo quelle ottenute al Tour e alla Vuelta. E anche Thomas, pur contento di aver difeso la sua fresca leadership, ha sottolineato che "è stata una giornata difficile, con molti attacchi. Faceva piuttosto freddo in cima alla salita e ancor di più in discesa. In questa corsa tutto può succedere, soprattutto con un meteo come questo". Il gallese guida una classifica che vede ben cinque uomini racchiusi in poco più di mezzo minuto, da Primoz Roglic all'ex maglia rosa Andreas Leknessund, col miglior italiano, Damiano Caruso, sesto con un ritardo di 1'28''. Domani non ci sarà tempo per riposarsi, con l'11/a tappa di 219 chilometri tra Camaiore e Tortona, con promesse di altra pioggia.
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