"Ci sono stati giorni bui. Mi
sentivo l'uomo più odiato del pianeta. Ho ricevuto minacce di
morte, da persone che promettevano di prendersi cura di me e
della mia famiglia". In un'intervista pubblicata dal Daily
Telegraph di Sydney, Micheal Masi - ex direttore di gara
australiano di Formula 1 - ha raccontato quanto gli accadde dopo
il GP di Abu Dhabi dello scorso anno, la gara che decise il
titolo mondiale.
Rimosso successivamente dalla Fia, Masi (44 anni) prese
diverse decisioni molto controverse, che di fatto
avvantaggiarono Max Verstappen, consentendogli di superare Lewis
Hamilton all'ultimo giro e soffiare al pilota Mercedes l'8/o
titolo mondiale.
"Riesco ancora a ricordare quando passeggiavo per le strade
di Londra, un giorno o due dopo la gara. Ho iniziato a guardarmi
alle spalle, a chiedermi se le persone che avevo dietro mi
avrebbero attaccato", racconta Masi. "Ho ricevuto centinaia di
messaggi. Erano scioccanti, razzisti, offensivi, meschini. E
c'erano minacce di morte sul mio account Facebook e soprattutto
su LinkedIn, che dovrebbe essere una piattaforma professionale.
Sempre lo stesso tipo di insulti".
"Non sono andato da uno specialista, ma con il senno di poi
avrei dovuto consultarlo" confida Masi, che era preoccupato per
la propria salute mentale, ma ha scelto di "minimizzare la
situazione, anche nei confronti della Fia".
Assunto dalla Federazione internazionale dell'auto in seguito
alla morte improvvisa di Charlie Whiting, all'inizio del 2019,
Masi l'ha lasciata definitivamente a luglio, per tornare a
vivere in Australia, "vicino alle persone che mi sostengono".
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