Le azzurre sul podio, gli azzurri nelle retrovie. Tra le (poche) conferme e le eclatanti delusioni da medaglia dello sci alpino alle Olimpiadi di Pechino, lo slalom maschile e i risultati di Razzoli e Vinatzer ribadiscono il trend delle nevi per l'Italia. Da una parte Brignone-Goggia, dall'altra Paris e gli slalomisti. Alla fine della avventura olimpica dello sci alpino ormai mancano solo la combinata donne e la gara a squadre: si può' dunque gia' tracciare per i protagonsiti annunciati un bilancio tra delusioni e conferme. Pur considerando l'eccezionale unicita' di ogni gara olimpica, le piste cinesi mai sperimentate prima e sconosciute a tutti gli atleti, il gran freddo, un vento forte pazzo e la neve e gelida e tutta artificiale, quel che si può dire sinora è che la grande sconfitta di queste Olimpiadi made in China ha gia' un nome: e' senza dubbio la campionessa Usa Mikaela Shiffrin. Regina delle discipline tecniche ma capace di vincere anche in quelle veloci, un palmares con ben 73 vittorie, tre coppe del mondo, sei titoli iridati , due ori ed un argento olimpici, Mikaela era arrivata Pechino con l'ambizione di ampliare la sua gia' ricchissima collezione di medaglie. Il tutto ben sapendo che negli Usa quando si parla di sci contano veramente solo le Olimpiadi. Proprio per questo Shiffrin alla vigilia di Pechino aveva disertato alcune gare veloci di coppa per non consumare energie ed allenarsi ancor più' in slalom e gigante, le discipline in cui eccelle. Invece Mikaela e' finita clamorosamente subito fuori prorprio in gigante ed in speciale ed ha poi chiuso al nono posto il superG ed 18/o la discesa.
Insomma, un flop totale che ha ragioni psicologiche e di certo non tecniche o di forma fisica. Ora a Mikaela resta solo la combinata di domani per salvare il salvabile. Tra le conferme dei protagonisti annunciati c'e' stata invece quella dello svizzero Marco Odermatt, oro in gigante e dominatore stagionale, che si appresta a vincere anche la coppa del mondo. Volendo - viste le condizioni di Sofia - e' stata una conferma anche l'oro di Corinne Suter in discesa. L'elvetica e' pur sempre anche la campionessa del mondo in carica di Cortina 2021, un titolo ottenuto anche grazie all'assenza forzata dell'infortunata Sofia Goggia . Altra grande conferma e' stata poi quella dell'austriaco Matthias Mayer in superG: terzo oro in tre consecutive Olimpiadi per un vero uomo jet che non sbaglia un colpo quando si tratta dell'appuntamento piu' prestigioso. Con lo splendido argento in discesa di Sofia Goggia accompagnato dal bronzo di Nadia Delago e con l'argento di Federica Brignone in gigante c'e' stata per l'Italia la conferma di quanto gia' si sapeva e da tempo viene dimostrata dai risultati in coppa del mondo: sono le donne la vera forza trainante della squadra azzurra. Per cui per quanto riguarda i risultati degli uomini non si può' parlare di una vera delusione, all'infuori di Domme Paris che ha pero' sempre bisogno di piste molto dure e selettive per esprimersi al meglio, ormai gli e' successo vincendo anche in questa stagione sulla terribile Stelvio di Bormio. Insomma, piste ben diverse da quella pechinese. Per il resto i vari De Aliprandini, Vinatzer e Sala hanno senza dubbio un buon talento ma sinora solo riusciti ad esprimerlo solo molto eccezionalmente. Per cui se fossero andati a medaglia a Pechino sarebbe stata non una conferma ma piuttosto una sorpresa. Diverso il discorso per Razzoli, che ha chiuso ottavo lo slalom di Pechino e la sua carriera olimpica. "Ci credevo. Sarebbe stato un sogno concludere la carriera con una medaglia olimpica - le parole del 37enne azzurro - Razzoli - C'è un po' di tristezza, ma questo è lo sport". Che volta pagina, e passa il testimone ad altre generazioni