La parità ancora non c'è ma la
Federtennis sta portando avanti l'annunciato piano triennale per
la parità del montepremi tra uomini e donne agli Internazionali
di Roma. Come ha sottolineato lo stesso presidente Angelo
Binaghi, il processo avviato quest'anno che porterà nel 2025
all'equiparazione dei montepremi di uomini e donne (oltre 8
milioni di euro per ciascuno) "è iniziato nel 2008, quando
realizzammo il nostro canale televisivo Supertennis, proprio per
dare al settore femminile la dignità e il rispetto del
maschile".
Il caso è riemerso dopo che della questione si è occupata la
stampa internazionale, in particolare il New York Times che ha
riacceso i riflettori sulla "enorme" disparità di prize money
tra tabellone maschile e femminile: la federazione ha ribadito
quanto già affermato in occasione della presentazione dell'80/a
edizione del master romano: ossia che c'è un piano triennale per
pareggiare entro il 2025 i montepremi di donne e uomini. Lo
dimostrano i dati: nel 2022 quello femminile era di 2.828.000,
mentre quest'anno è di 3.572.618, con un aumento di oltre
700mila euro. Insomma, è vero che i 4 Slam da tempo hanno lo
stesso montepremi, e lo stesso si può dire per molti Masters
1000, ma anche Cincinnati e Toronto/Montreal non sono ancora
giunti all'equiparazione dei prize money. L'impegno della FITP
con ATP e WTA è preso, non ci saranno ripensamenti e l'obiettivo
dell'upgrade verrà raggiunto anche grazie al sostegno di Bnl,
con cui la Federazione ha rinnovato la partnership fino al 2028.
A chi chiede perché non realizzare subito la parità di
trattamento, Binaghi risponde: "Noi siamo la federazione di
tutte le tenniste e tennisti, e abbiamo la necessità di
risparmiare più risorse possibili per investire nel nostro
settore tecnico femminile e maschile e spingere l'attività
sportiva nelle scuole, per dare a centinaia di migliaia di
bambini un'occasione che altrimenti non avrebbero".
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