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Berrettini, fiero che Italia si fermi quando giochiamo

Berrettini, fiero che Italia si fermi quando giochiamo

'Spero di non incontrare subito Sinner a Us Open, per entrambi'

ROMA, 14 agosto 2024, 13:35

Redazione ANSA

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"L'Italia è un Paese di tifosi di calcio ma adesso quando c'è un grande match di tennis la nazione si ferma un po' e questo mi fa sentire enormemente fiero. Penso che abbiamo fatto una strada enorme, e il meglio deve ancora venire". Parola di Matteo Berrettini, intervistato da Andy Roddick, ultimo statunitense numero 1 del mondo, che l'ha incontrato a margine del Masters 1000 Cincinnati e ha inserito la loro chiacchierata nell'ultima puntata del suo podcast. Il romano (n.41 Atp) è in tabellone grazie a una wild card ma viene dai due titoli conquistati in sequenza a Gstaad e Kitzbuhel, sempre sulla terra rossa.
    Nell'intervista, Berrettini ha raccontato i suoi due anni difficili, segnati da infortuni e momenti complicati. "Mi sono fatto male tante volte anche da piccolo - ha detto -, ma mi sono sempre considerato uno bravo a rientrare. Lo consideravo un po' il mio superpotere. Spesso mi sono infortunato nei momenti in cui ero al top. Mi sono operato alla mano nel 2022 quando ero al best ranking. Sono tornato, ho vinto per la seconda volta il Queen's e sono andato a Wimbledon, ma ho preso il Covid. L'anno prima mi ero qualificato a Torino (alle Finals, ndr) e mi sono infortunato agli addominali. Nel tennis è importante giocare con continuità". Una continuità che non ha certo potuto avere negli ultimi due anni, con conseguenze negative non solo dal punto di vista fisico. "Mi mettevo addosso molta pressione perché non volevo perdere posizioni in classifica. Ma le cose non andavano bene e a un certo punto ho sentito il bisogno di staccare, di alleggerirmi, ritrovare la gioia per il tennis. E ora sono tornato".
    L'esperienza gli ha insegnato anche a mantenere un diverso punto di equilibrio tra il desiderio di giocare e l'esigenza di prendersi comunque delle pause. "Quando ti senti bene vorresti giocare sempre, perché quello che ti dà una partita è unico. Ma è allo stesso tempo importante allenarsi, è importante non giocare una settimana anche per far riposare la mente. Devi essere intelligente, imparare dal tuo passato e dagli errori".
    Berrettini è tornato sul secondo turno a Wimbledon contro Sinner. "Il livello era davvero altissimo. mi auguro che non succeda di nuovo allo US Open, per nessuno di noi due" ha detto Berrettini, che oggi non sarebbe testa di serie a New York e di sicuro è il rivale che tutti i top player non vorrebbero incrociare nella prima settimana a Flushing Meadows.
   

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