Anche le organizzazioni non governative protestano contro Google per il progetto di un motore di ricerca 'censurato' destinato alla Cina, reso noto qualche settimana fa dal sito The Intercept. Una dozzina di organizzazioni per i diritti umani, tra cui Amnesty International, Human Rights Watch e la Electronic Frontier Foundation in una lettera destinata alla società di Mountain View definiscono il progetto "una allarmante capitolazione di Google sui diritti umani".
Il documento, indirizzato al Ceo Sundar Pichai, chiede a Big G di spiegare cosa sta facendo per salvaguardare gli utenti dalla censura e dal controllo del governo cinese. L'iniziativa fa seguito ad una lettera scritta da un un migliaio di dipendenti di Google per protestare contro questo progetto segreto della società denominato Dragonfly e per chiedere ai vertici di rivedere etica e trasparenza dell'azienda.
"Serve più trasparenza, un posto al tavolo e un impegno a processi chiari e aperti: i dipendenti di Google devono sapere cosa stanno costruendo", hanno scritto i dipendenti nella lettera. Google è stata presente in Cina dal 2006 al 2010, poi ha abbandonato quel mercato per le pressioni delle associazioni dei diritti umani e degli stakeholders.