Scatta la prima multa per Facebook per omesso controllo sul caso di Cambridge Analytica, la società di consulenza, poi fallita, accusata di aver raccolto a scopi di propaganda politica i dati di 87 milioni di utenti di decine di Paesi del social network americano fondato da Mark Zuckerberg.
Ad annunciarla è l'autorità britannica per la privacy e la protezione dei dati personali (Information Commissioner's Office, Ico) per un ammontare di circa 500.000 sterline (oltre 565.000 euro). Si tratta del massimo previsto dalla vecchia normativa in vigore nel Regno all'epoca dei fatti ma in cifra assoluta una penalità modesta "per una contravvenzione molto grave", ammette a radio Bbc 4 Elizabeth Denham, responsabile dell'Ico, sottolineando come la nuova legge potrebbe permettere d'infliggere un'ammenda di decine se non centinaia di milioni di sterline. Facebook - multata nel 2017 dall'Ue per altre ragioni per oltre 90 milioni - è accusata dall'authority britannica di non aver vigilato sull'effettiva cancellazione dei dati che aveva permesso a Cambridge Analytica di raccogliere.
"Come abbiamo già detto, avremmo dovuto fare di più per indagare sulle richieste di Cambridge Analytica e prendere provvedimenti nel 2015. Abbiamo lavorato a stretto contatto con l'Ico nelle loro indagini su Cambridge Analytica, così come con le autorità degli Stati Uniti e di altri paesi. Stiamo esaminando la relazione e risponderemo presto all'Ico": lo dice Erin Egan, Responsabile della privacy di Facebook.
"Cambridge Analytica e Steve Bannon mi hanno dato del bugiardo. 'Vote Leave' (organizzazione pro-Brexit, ndr) mi ha definito un meraviglioso ciarlatano. 'LeaveEU' (altra organizzazione pro-Brexit) mi ha chiamato Walter Mitty. Facebook mi ha bannato dalle sue piattaforme, anche Instagram. Ma io ho detto la verità, è successo, hanno tutti infranto la legge": lo scrive su Twitter Christopher Wylie, l'informatico che ha svelato come Cambridge Analytica, per cui lavorava, sfruttava i dati raccolti tramite l'app 'thisisyourdigitallife' dai profili Facebook per creare pubblicità mirate e manipolare la campagna elettorale americana e quella per il referendum della Brexit. "La Commissione britannica per la privacy e la protezione dei dati - aggiunge Wylie - ha anche confermato le prove che per i dati Facebook usati da Cambridge Analytica c'è stato accesso in Russia". Secondo dati ufficiali di Facebook sono 87 milioni gli utenti i cui dati personali sono stati raccolti dall'azienda inglese, poco più di 1 milione residenti in Gran Bretagna.